I palestinesi della Striscia di Gaza faranno il tifo per l’Egitto nel match contro l’Algeria valido per la qualificazione ai Mondiali 2010 in Sudafrica. La partita è segnata dal clima di violenza innescato dagli incidenti del Cairo, che nei territori palestinesi suscita amarezza, ma che non spegne il pathos per l’evento sportivo.
«È un peccato picchiarsi tra fratelli arabi», sottolinea Khalid Kahlout, un appassionato di calcio di Gaza City che si prepara a guardare il match con un gruppo di amici in un caffé del centro.
«Chiunque ne sia stato responsabile, fra gli egiziani come fra gli algerini, è fuori di testa», aggiunge, senza tuttavia perdere interesse per l’aspetto agonistico della vicenda. Come molti altri a Gaza, Khalid non nasconde la sua simpatia per l’Egitto, Paese a cui la Striscia è legata da contiguità geografica e del quale ha fatto parte in passato.
«Noi gazawi – spiega – seguiamo da sempre la Lega egiziana, tra i nostri vecchi ci sono ex calciatori che giocavano con quelle maglie, la nostra scelta è obbligata».
Fra i palestinesi di Cisgiordania la situazione è diversa. Prevale un certo distacco: e se i media locali non mancano di dare spazio allo sconcerto – condiviso anche qui – per i tafferugli dei giorni scorsi fra due popoli ritenuti entrambi “amici”, l’attenzione al fatto sportivo appare decisamente più sfumata.
Tanto più che – a differenza dei connazionali di Gaza – i cisgiordani calciofili guardano tradizionalmente al “modesto” campionato della vicina Giordania. Fra la gente della Striscia la trepidazione è invece evidente.
Le bandiere egiziane sventolano da diversi balconi e l’attesa diventa anche l’occasione per distrarsi dai guai di una terra alle prese con gli effetti dell’isolamento e della mancata ricostruzione, dopo le devastazioni della guerra dell’inverno scorso condotta da Israele contro il locale governo de facto degli integralisti di Hamas.
«L’Egitto deve vincere anche per noi», afferma convinto un altro tifoso, Raed Mohammed, che assisterà alla diretta tv con gli altri maschi della famiglia. Fuori dal coro resta invece Jawdat Khudari, uno degli uomini d’affari più noti della Striscia, deciso a rinnegare i colori egiziani per motivi schiettamente politici.