DAEGU (COREA DEL SUD) – La 13esima edizione dei Mondiali di Atletica che inizierà il prossimo 27 agosto sentirà la mancanza di alcuni campioni come Asafa Powell, che hanno preferito rimanere a casa per prepararsi alle prossime Olimpiadi di Londra 2012. L’atletica è sicuramente uno sport che logora i suoi praticanti, tanto che lo stesso Usain Bolt ha spiegato di non essere “nella condizione del 2008 e del 2009, però sono qui per andare veloce e cercherò di farlo anche questa volta”.
Ma tra i fattori deterrenti per i vari atleti alla partecipazione al mondiale ci sono sicuramente le rigide norme antidoping volute dalla Federazione mondiale, che prevedono esame del sangue per tutti i 1.945 iscritti prima dell’inizio delle gare. Una positività potrebbe costare agli atleti la partecipazione alle prossime olimpiadi, eventualità che molti come Mullings, Rodgers e Powell hanno preferito evitare.
L’iniziativa antidoping voluta dalla Federatletica mondiale Iaaf serve a dare il via al passaporto biologico dell’atleta: “le analisi permetteranno non soltanto di misurare i markets per l’eventuale uso di Epo e di manipolazioni sanguigne nelle prove di corsa lunga, ma anche di individuare l’uso di steroidi o dell’ormone della crescita nelle discipline di forza e di esplosività. I dati raccolti daranno la possibilità di avere alcune certezze di base dalle quali partire, per arrivare a verificare eventuali anomalie nei valori degli atleti”.
La Iaaf ha comunque precisato che “il passaporto biologico non sostituirà mai i controlli antidoping classici, destinati a scoprire l’uso di sostanze proibite”, motivo per cui oltre alle analisi pre gara i 1945 atleti partecipanti al mondiale saranno sottoposti a controlli delle urine a fine gara o anche fuori competizione. Lo scopo è quello di abbattere il fenomeno del doping ed ottenere magari meno record, ma comunque un’atletica più credibile.