Mondiali, Brasile: uno spot della Fifa ‘contrario’ alle scelte di Dunga

Il tecnico della 'Selecao', Dunga

Il gol di Maicon, bello ma segnato con la complicità del portiere avversario, l’assist vincente ad Elano e le ‘pedalate’ di Robinho, la certezza di aver trovato l’erede di Roberto Carlos, cioé Michel Bastos. Il Brasile riparte da Randburg, dove  ha ripreso ad allenarsi, con queste certezze ma anche le molte ombre che la partita contro la Corea del Nord ha proiettato sulla squadra di Dunga.

Davvero non si poteva fare meglio? A bloccare la Seleçao nel primo tempo e a farle correre qualche rischio nel finale sono stati solo nervosismo ed emozione? L’importante era cominciare il torneo vincendo, e questo è stato fatto, ma sono tanti gli interrogativi in vista di quella partita contro la Costa d’Avorio che, se vinta, consegnerà ai brasiliani la qualificazione agli ottavi con un turno di anticipo.

Il Kakà visto ieri continua ad essere uno dei principali problemi di Dunga, che ha assolto il suo numero 10 spiegando che “non ha ancora i 90 minuti nelle gambe”. Intanto però se l’ex milanista rimane quello visto quest’anno nel Real Madrid nel Brasile non c’é un’alternativa che possa prenderne il posto. Stabilito che c’é anche chi pensa, come Dunga ed il suo ‘secondo’ Jorginho, che la miglior forma si ritrova solo giocando, Kakà non ha chi possa sostituirlo perché Julio Baptista è solo una riserva e Nilmar è soprattutto un attaccante.

Così sembra ancora più beffardo, quasi uno sberleffo a Dunga, quello spot di uno degli sponsor della Fifa che passa sui tabelloni luminosi prima di ogni partita, quindi anche prima di quelle del Brasile. Ne sono protagonisti, oltre a Robinho, i due giovanissimi assi del Santos Neymar e Paulo Henrique Ganso, ovvero proprio i ragazzi che tutto il Brasile avrebbe voluto vedere in nazionale per questo Mondiale. Il secondo, in particolare, sarebbe stato il sostituto ideale di Kakà. E chissà che non avrebbe potuto far comodo anche quel Ronaldinho di cui ieri sera in tribuna un tifoso, nonostante il gelo, agitava una sagoma in cartone a grandezza naturale.

Ma Dunga ha evitato accuratamente ogni scelta che avrebbe potuto far ombra al suo gruppo, a costo di sacrificare anche gente come Hernanes che da almeno due anni è il miglior centrocampista brasiliano. Così facendo, e con la storia degli allenamenti chiusi alla stampa, si è attirato tante antipatie e fatto molti nemici che ora non aspettano altro che dargli addosso. Almeno si svegliasse il ‘Favoloso’ Luis Fabiano che invece, anche perché ha ricevuto pochi palloni giocabili, ieri ha fatto ‘flanella’ portando a sei partite il suo ‘digiuno’ con la maglia della nazionale. “Senza dubbio per tornare al gol devo migliorare – si è giustificato il numero 9 -. Però mi sono ritrovato in mezzo a una marea di coreani. Ne spuntavano da tutte le parti, e la cosa non mi ha fatto certo piacere. Non mi rimane che insistere nel puntare a rete, prima o poi qualche pallone entrerà”. Così anche Dunga e il Brasile intero si sentiranno meglio.

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Emiliano Condò