Lui che la morte l’ha «vista in faccia», porta la fede nel cuore e un tatuaggio dell’Ave Maria sul braccio. Il portiere azzurro Federico Marchetti, che quattro anni fa giocava nella Biellese e para le reti per la Nazionale ai Mondiali in Sudafrica, si racconta in un’intervista alla Stampa. Dopo un brutto incidente, avvenuto cinque anni fa, prega spesso la Madonna.
«Uscimmo illesi in tre e quando vedi la morte in faccia…È una brutta esperienza che mi porto dentro come la morte in altri due incidenti di Andrea e Francesco, che giocavano nella Pro Vercelli e con i quali formavamo un gruppo molto unito anche fuori campo. Sono storie che segnano il destino. Da lassù loro mi guardano e sono più felici di me per il momento che sto vivendo», spiega.
«L’Ave Maria è la mia preghiera. L’ho tatuata in caratteri particolari ma non c’entrano niente con Zarathustra, come ho letto da qualche parte», aggiunge.
Marchetti non vuole fare rimpiangere il veterano Buffon, che ha sostituito nell’esordio azzurro con il Paraguay e sarà al suo posto anche per Italia-Nuova Zelanda il 20 giugno 2010 e Slovacchia-Italia il 24 giugno 2010. Parlando del Gigi nazionale dice: «Lui è completo in tutto, ha una reattività e una velocità straordinarie e non per niente è il migliore al mondo. Non lo posso imitare però come muscolarità ed esplosività me la cavo bene: sono un portiere che punta sulla forza e se sono qui vuol dire che un po’ di qualità la possiedo».
Federico sente i suoi compagni vicini, si affida alla sua forza e per il dopo Mondiale ancora non si sbilancia, specialmente quando gli viene chiesto se prenderà il posto di Buffon anche nella Juventus: «So di avere un’opportunità importante per mettermi in mostra. Il resto si vedrà, a cominciare dalla valutazione che fa di me il Cagliari e pare che sia alta. Al momento non ci penso».