Mondiali, pallavolo: Cuba in finale, non accadeva da 20 anni

Dopo 20 anni esatti Cuba ritrova una finale mondiale. Contro la giovanissima formazione caraibica, la Serbia ha lottato ma, alla fine, si è dovuta arrendere al tie-brek dopo 5 set tiratissimi. Non sono bastati i veterani Grbic e Miljkovic davanti a una squadra che ad ogni punto realizzato è sembrata crescere di condizione e convinzione.

E che, soprattutto, non si è disunita nonostante la partenza ad handicap. Il primo set si è infatti giocato punto a punto, col tentativo della Serbia di scappare e Cuba sempre pronta a rintuzzare i tentavi di fuga avversari. A farla da padrone in campo sono i micidiali colpi dell’opposto Miljkovic, le schiacciate di Kovacevic (che gioca a due passi da Roma, nel Latina) e i muri dei centrali di Macerata, Stankovic e Podrascanin.

La risposta di Cuba è invece affidata al talento e all’esplosività del 17enne Leon (il più giovane giocatore del Mondiale), al centrale Simon e all’opposto Hernandez, serviti a rotazione dal palleggiatore Hierrezuelo. Decisivo risulta però l’altro palleggiatore, il veterano Nikola Grbic, 37enne capitano della Serbia (che milita nel campionato italiano dal 1994): il regista di Cuneo mette in campo tutta la sua esperienza sul finale di parziale e permetta ai compagni di chiudere col punteggio di 25-22.

La maggiore freschezza atletica di Cuba, squadra con l’età media più bassa del mondiale (attorno ai 23 anni), comincia a farsi sentire al rientro in campo. I ragazzi terribili di coach Samuels Blackwood crescono infatti in ricezione, a muro e anche in battuta, lasciandosi subito dietro la Serbia (10-6). Un gap che la formazione di Kolakovic cerca di colmare ma che invece, col proseguire della partita, aumenta ulteriormente (16-10 e 20-14).

A scrivere la parole fine sul parziale sono quindi prima le schiacciate di Leal e poi l’impressionante muro piazzato da capitan Simon (25-17). L’orgoglio dei serbi, ferito dalla prova di forza dei cubani, viene fuori nel terzo set che, per l’andamento, sembra replicare il primo. Il punteggio infatti non subisce scossoni nè da una parte nè dall’altra. L’unico che cerca di ‘strapparè è Miljkovic che, con una schiacciata e un muro consecutivi, porta la Serbia avanti 17-15.

Ma per i serbi è solo un’illusione: Cuba riprende a macinare sottorete e, dopo aver azzerato le distanze, prende le misure ai serbi e li sorpassa col solito muro conclusivo di Simon (31-29). A questo punto, però, Cuba si disunisce, sbaglia qualche pallone di troppo e finisce per consegnare ai serbi, mai domi, il quarto set (25-22). Il tie-break finale è un’altalena di emozioni: la Serbia sta tutta nell’asse Grbic-Miljkovic che sforna attacchi a ripetizione (per l’opposto il tabellino finale segna la bellezza di 27 punti).

Dall’altra parte della rete però, la formazione caraibica può contare su maggiori soluzioni vincenti (Leal, Leon, Simon) e, dopo aver fallito un match point, strappa il pass per una finale (16-14) del tutto inattesa alla vigilia della rassegna iridata. E ora sotto col Brasile.

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