La lunghissima attesa azzurra sta per finire, e Giampaolo Pazzini confessa: «Non vediamo l’ora di giocare, questa vigilia sembrava non finire mai». A 48 dall’esordio contro il Paraguay, una prima assoluta al Mondiale per gran parte dei 23 azzurri convocati da Marcello Lippi, c’è serenità ma anche grande voglia tra i giocatori.
«Darei tanto per un gol, ma se dovete cercare un dualismo in nazionale perchè proprio tra Gilardino e me?», ha scherzato l’attaccante, che ha confessato anche una delle piccole preoccupazioni del gruppo. «Ho visto solo un pezzo della partita inaugurale – ha raccontato – e anche dalla tv ho notato, io come i miei compagni, il suono assordante delle vuvuzelas. Sarà un problema in campo».
I giocatori che un anno fa avevano partecipato alla Confederations l’avevano segnalato, e anche la Fifa aveva provato a vietare le tipiche trombette africane sugli spalti. Iniziativa inutile, ovviamente, perchè l’entusiasmo non si può limitare. «I miei compagni me lo avevano raccontato – ha aggiunto Pazzini – E a dire il vero io me ne sono accorto anche solo nella partitella di ieri contro una rappresentativa locale. Erano solo tre trombette, ma che casino».
Ma quali potrebbero essere i problemi per i giocatori, anche tenuto conto che a Città del Capo ci sarà molto meno tifo africano? «Non è solo il fischio dell’arbitro che si rischia di non sentire. Da fuori non si capisce, ma in campo si urla e ci si chiama: è un vero e proprio mercato. Così non si sentirà per nulla la ‘chiamata’ del compagno. In pratica, bisogna abituarsi a giocare al buio, o meglio al silenziatore».
