FIRENZE – E’ morto lunedì pomeriggio a Firenze, all’età di 87 anni, Bruno Calandriello. Allievo di Oscar Scaglietti, Calandriello è stato uno dei più noti ortopedici italiani, fino a diventare l’ortopedico dei calciatori. Fu lui, nel 1970, ad eseguire un delicato intervento sul perone di Gigi Riva, fratturato in uno scontro con l’austriaco Hof durante una partita della Nazionale a Vienna.
Sotto i ferri del primario all’Istituto ortopedico toscano, passarono anche altri giocatori come Miani, Desolati, Cuccureddu e Favaro. Nel 1984 il delicato intervento chirurgico su Giancarlo Antognoni, che in uno scontro di gioco con Luca Pellegrini, in Fiorentina-Sampdoria il 13 febbraio, si era fratturato tibia e perone. Calandriello, grande esperto di vela, era diventato un punto di riferimento per questo sport, sia come atleta sia come dirigente.
Già presidente dello Yacht club di Punta Ala, era stato tra gli artefici di due delle campagne di Coppa America, con Luna Rossa e di tante regate internazionali. Nel corso della sua carriera era stato anche al centro di alcune inchieste giudiziarie. In particolare quella, poi archiviata, sulle patologie sospette che hanno portato alla morte alcuni ex giocatori della Fiorentina. L’inchiesta era stata avviata dai familiari di Bruno Beatrice morto nel 1987, a 39 anni, per leucemia, e scaturi’ nel 2005 da un esposto circostanziato presentato dalla vedova dove si ipotizzava che la malattia avrebbe potuto avere la sua causa scatenante in una terapia a base di raggi Roengten fatta nel 1976 per curare velocemente una pubalgia. Il pm individuo’ il reato di omicidio preterintenzionale per quattro medici – l’ortopedico Bruno Calandriello, il radiologo Renzo Berzi, piu’ altri due deceduti – e per l’allenatore Carlo Mazzone. Calandriello lascia tre figli: Filippo, Benedetta e Isabella.
