Per il nuoto italiano, questo 2021 è proprio un “anno da sogni“, come dice il presidente del CONI Giovanni Malagò. L’ultima perla arriva dal nuoto, giusto ai titoli di coda.
Arriva da Abu Dhabi, dai Mondiali in vasca corta. Bilancio da applausi: 16 medaglie azzurre e una chiusura col botto, merito del gigante – 2.02 cm. – torinese Alessandro Miressi che ha centrato una autentica impresa coronata da due medaglie d’oro.
rima ha trionfato nei 100 stile libero ( nuovo record italiano); poi ha trascinato al titolo iridato la staffetta mista maschile 4X100 con Mora,Rivolta e Martinenghi. Miressi superstar. Nella gara regina il 23enne torinese si è superato con una seconda parte di gara da urlo: 23”66.
Un tempo incredibile che ha messo fuori causa lo statunitense Ryan Held (secondo) e il canadese Joshua Liendo Edwards (terzo).
Miressi è il primo italiano a vincere un oro iridato nei 100 stile libero in vasca corta. Non c’era riuscito nemmeno Filippo Magnini che comunque centrò due argenti ( 2006-2008). Inevitabile il paragone con Marcell Jacobs. Vittoria da solo anche nella staffetta mista , proprio come ha fatto Marcellone a Tokyo.
Dunque Italia boom con 16 medaglie. E il bottino avrebbe potuto essere più robusto se Gregorio Paltrinieri, com’era nelle previsioni più scontate, fosse salito sul podio dei 1.500 sl. È arrivato quarto. Era dal 2013 che il campione di Carpi (Modena ) non andava a medaglia. Comunque ne è uscito un medagliere eccellente: terzo posto dietro USA e Canada , davanti a Russia e Svezia. Un terzo posto con cinque medaglie d’oro, cinque d’argento e sei di bronzo. Mai così bene.
Ma quest’ultima vendemmiata di medaglie nel nuoto ha insegnato due cose in particolare.
Abbiamo ottimi tecnici e ragazzi in gamba, determinati e di grande carattere. I tecnici : Miressi, ad esempio, può contare su Antonio Satta, un allenatore paziente e capace, che ha saputo inventare un programma speciale per meglio coordinare in acqua un fisico bestiale trasformando il quintale di Miressi in un “missile” leggero e potente.
Infine il mattatore azzurro. Ci ha insegnato a non mollare mai. A credere nei propri mezzi, nella propria volontà, nel lavoro costante. Dopo l’oro continentale di Glasgow in vasca lunga (2018) la crescita del torinese si era arrestata anche per guai fisici, persino il virus del fuoco di Sant’Antonio. Ma due anni dopo agli Europei di Budapest e poi alle Olimpiadi sono arrivati segnali di rinascita importanti. E ad Abu Dhabi, puntuale, è arrivata la consacrazione. Chi la dura la vince.