ROMA – Vacanze romane per James Pallotta. Il numero uno giallorosso, atterrato ieri nella Capitale, e già al lavoro per portare avanti il discorso legato al futuro stadio di proprietà. “Il nuovo stadio è fondamentale per il futuro della Roma – le parole di Pallotta -. Stiamo lavorando nel migliore dei modi per realizzarlo il prima possibile“. In ogni caso, non prima del 2016.
Il presidente statunitense, oltre ad incontri istituzionali e sopralluoghi nelle possibili aree per lo stadio (in pole resta sempre la zona di Tor di Valle col terreno del costruttore Parnasi), sarà impegnato domattina a Trigoria per il consiglio d’amministrazione del club in cui si discuterà dell’approvazione del progetto di bilancio d’esercizio chiuso al 30 giugno 2012 (che dovrebbe chiudersi con perdite per circa 50 milioni di euro da ripianare assieme al socio Unicredit con la prima tranche dell’aumento di capitale).
Come riporta la Gazzetta dello Sport, “la giornata di Pallotta infatti, è stata dedicata in gran parte a quello che rappresenta il cuore del business: lo stadio. Il magnate ha visitato le aree comprese nella short list che partorirà la scelta definitiva: Tor di Valle, Tor Vergata, Bufalotta, Massimina e Gazometro. In prima fila, al solito, resta l’area di Tor di Valle, dove sorge l’ippodromo. Ma i problemi non mancano. Innanzitutto occorre una variante che consenta di costruire una nuova uscita del Gran Raccordo Anulare, e poi c’è la questione che riguarda il rapporto tra il proprietario dei terreni (Papalia) e chi li ha in gestione (Parnasi). Proprio con quest’ultimo, infatti, ieri il presidente si è intrattenuto per cercare di approfondire la questione. Se la Massimina sembra in caduta libera, riprende quota la zona Gazometro. Non a caso Pallotta ha incontrato anche i dirigenti dell’Eni. Le difficoltà non mancano, a partire dal rischio del caos traffico in quel quadrante fino ad arrivare alla possibile bonifica dell’area per via del pregresso. In ogni caso la scelta definitiva la stessa Roma non vuole per il momento ufficializzarla, anche per non trattare in posizione di debolezza con il proprietario dell’area prescelta.”