
Paralimpiadi di Tokyo: la cerimonia d’apertura con Bebe Vio. E c'è anche l'Afghanistan (Foto Ansa)
Non è finita. L’estate magica dello sport italiano – Europei di calcio, Olimpiadi di Tokyo – continua con un’altra caccia all’oro. Ed è una caccia affascinante, carica di valori, pedagogica, appassionante. Sono le Paralimpiadi estive di Tokyo (24 agosto-5 settembre). Sono i Giochi senza barriere, una festa per tutti. Un’altra sfida a cinque cerchi. Un kolossal. Con 4.403 partecipanti di 161 Paesi.
Paralimpiadi di Tokyo: i numeri
La rappresentanza azzurra è di tutto rispetto e qualità: 115 atleti ( 63 donne, 52 uomini ). A Rio l’Italia ha centrato 39 podi entrando nella top ten. Possiamo fare meglio? Probabile. La squadra azzurra è la più numerosa di sempre, la più rosa, la più esordiente (ben 69).
Bebe Vio – la più social in assoluto del battaglione italiano – è stata scelta come portabandiera insieme a Federico Morlacchi, 28 anni, sette medaglie paralimpiche di cui una d’oro. Un nuotatore formidabile: è stato anche sei volte campione del mondo e 14 volte campione d’Europa.
La cerimonia di apertura
Bella e commovente la cerimonia d’apertura in un martedì piovoso e senza pubblico. La prima delegazione a fare il suo ingresso allo stadio Olimpico è stata quella degli atleti rifugiati. L‘Italia ha sfilato per dodicesima.
Il Lesotho, Paese del Sudafrica, si è presentato con un solo atleta, in carrozzina. Ha preceduto il battaglione statunitense (242) chiassoso come sempre. Contrasto davvero singolare.
Ultimi a sfilare i giapponesi davanti all’imperatore Naruhito plaudente e al presidente del comitato paralimpico internazionale, il brasiliano Andrew Parson.
Comun denominatore dei discorsi ufficiali: la sicurezza. Emblematico il grido che ha aperto i Giochi: “Abbiamo le ali”. Due i temi ricorrenti nello spettacolo inaugurale: il volo e il sogno.
L’Afghanistan alle Paralimpiadi
Curiosità: l’Afghanistan era in qualche misura presente. Con il portabandiera degli atleti rifugiati, Mohammad Abbas Karimi (nuotatore nato a Kabul) e con la bandiera storica portata da un volontario. Assenti i due soli atleti accreditati. Sono fuggiti in Australia e hanno fatto perdere le tracce. Loro (qualificati entrambi per il Taekwondo) la medaglia l’hanno già vinta e si chiama libertà.
Il calendario delle Paralimpiadi di Tokyo
Il calendario della Paralimpiade n. 16 è straordinario: 24 discipline sportive distribuite in 12 giorni. Si comincia a gareggiare mercoledì 25 agosto con cinque discipline subito da brividi: ciclismo su pista, nuoto, equitazione, basket e rugby in carrozzina.
Seguirà un giovedì molto interessante: con la seconda giornata di ciclismo, nuoto, rugby, scherma; e il debutto ai Giochi di Pesi ed Equitazione.
Quindi tutti gli altri sport: dall’atletica al tennis in carrozzina, dal badminton alle bocce. E poi judo, canoa e canottaggio, calcio a cinque e goalball (3 per squadra; ipovedenti o non-vedenti ). Non manca la pallavolo (sittting volley), il tennis tavolo e il triathlon. Persino il Taekwondo.
Gli azzurri a Tokyo
E gli azzurri da podio? Sono diversi. In testa Simone Barlaam (nuotatore), Beatrice “Bebe” Vio (fioretto), Oney Tapia (getto del peso), Assunta Legnante (43 anni, la capitana azzurra, oro nel peso a Londra e a Rio; a Tokyo debutterà nel disco). E poi Paolo Cecchetto (hand bike), Martina Caironi (100 metri).