«Amauri non è italiano»: con queste parole Gianpaolo Pazzini commenta la candidatura dell’attaccante juventino per un posto al Mondiale sudafricano tra le file azzurre.
Pazzini è uno dei calciatori non ancora sicuri di avere un posto nella rosa di Marcello Lippi in vista della rassegna intercontinentale; in attacco sono infatti molti i calciatori a giocarsi una maglia, e tra questi c’è proprio Amauri: «Devo confessare – ha detto il numero nove della Samp – che un po’ dà fastidio. Capisco se uno è mezzo italiano e mezzo brasiliano, un conto è se non è proprio per niente italiano».
La punta blucerchiata si giocherà una buona fetta delle proprie chance nell’amichevole che la nazionale disputerà il 18 novembre a Cesena contro la Svezia, dopo che nello spezzone di gara disputato contro l’Olanda il centravanti ha segnato un gol con la mano che è stato annullato.
Le parole di Pazzini hanno fatto riesplodere la polemica sulla presenza degli “oriundi” in nazionale. «Oggi il parametro di riferimento è la cittadinanza – ha detto il presidente della Figc Giancarlo Abete – Un giocatore, se è cittadino italiano, ha tutto il diritto di essere convocato in nazionale».
« Lo stesso ct Marcello Lippi ha detto più volte che si trattava di una situazione limitata a pochi calciatori – ha continuato Abete – Non vogliamo perdere la nostra identità, ma non vogliamo nemmeno discriminare».