Pisacane, calciatore del Lumezzane che rifiutò 50 mila euro e denunciò la combine

Fabio Pisacane

ROMA – Ha rifiutato 50 mila euro per vendersi e combinare una partita di Lega Pro, poi ha denunciato tutto. Il calciatore in questione è Fabio Pisacane, 25 anni, del Lumezzane. Il 14 aprile scorso, tre giorni prima di una partita decisiva, gli arriva una telefonata di un suo vecchio dirigente. “Mi chiama il direttore sportivo del Ravenna, Giorgio Buffone – Racconta a La Stampa – Dobbiamo giocare proprio contro di loro. Mi saluta, prima ci gira intorno, poi va giù pesante. Mi dice in romanesco che con quei quattro soldi che mi passa il Lumezzane non posso pensare di sopravvivere. Mi dice che in Lega Pro bisogna arrangiarsi diversamente. Alla fine mi offre 50 mila euro per fargli vincere la partita”.

“Sono andato ad allenarmi al campo – racconta ancora Pisacane – ma avevo la testa sconvolta. Ne ho parlato subito con il mio allenatore Davide Nicola. Insieme siamo andati dal direttore e poi dal presidente. Abbiamo deciso di denunciare tutto alla Procura Federale. Non me la sono sentita di infangare la mia storia. E stare zitto sarebbe stato comunque un reato”.

La denuncia fa scattare un’inchiesta e Buffone si difende come può: “Ho chiamato Pisacane solo per farmi consigliare il nome di un ristorante”. Non gli credono e il Ravenna è punito con sette punti di penalizzazione ancora prima della fine del campionato, e così perde i playoff.

Pisacane è onesto, e sogna: “Da quando sono bambino sogno un contratto in A, nel Napoli sarebbe il massimo. Io sono dei Quartieri Spagnoli, un posto che si porta dietro sempre tante paure. Ogni volta che arrivo in una nuova squadra, mi guardano con sospetto. Ai Quartieri c’è anche molta gente onesta che lavora tutto il giorno e va a dormire con la coscienza a posto. Come in questo campionato di Lega Pro ci sono un mucchio di giocatori che si sarebbero comportati esattamente come me: ne sono sicuro. Il calcio è inguaiato, ma non è tutto marcio”.

Una carriera sfortunata quella di Pisacane: “Nel 2001 ho avuto un virus al sistema nervoso. Mi sono svegliato paralizzato dalla testa ai piedi. I medici mi davano per spacciato, dicevano che non avrei mai più giocato a calcio”. Poi la guarigione “grazie alla fede, sono un miracolato, sono pulito”.

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Alessandro Avico