CHICAGO – I Chicago Cubs vincono la Major League di Baseball. Vincono in rimonta (erano sotto 3-1 nella serie) e dopo un finale entusiasmante in gara sette. Vincono all’overtime contro i Cleveland Indians. Fin qui la scarna cronaca. Ma questa vittoria dei Cubs è molto di più: c’è l’aneddotica, la profezia che si avvera e la maledizione che viene infranta.
La squadra di Chicago, infatti, il titolo non lo vinceva da ben 106 anni. Un’enormità. Soprattutto una bella storia di sport che in qualche modo si sposa con quanto successo, sempre negli Usa, nel basket dove a vincere, sempre in rimonta, e per la prima volta nella loro storia erano stati i Cleveland Cavs.
Ma c’è di più. Con la vittoria dei Cubs, infatti, si avvera una “profezia”. L’evento infatti era stato previsto, con qualche minima imprecisione, nel film “Ritorno al Futuro II” di Robert Zemeckis. Pazienza se la data della vittoria doveva essere il 2015 e l’avversario in finale Miami: sono dettagli, soprattutto per tifosi che aspettavano da oltre un secolo.
Oltre alla profezia c’è la maledizione. Infranta dopo oltre un secolo come racconta La Repubblica:
Dunque i “magnifici perdenti” si sono finalmente estinti. Hanno strappato il titolo sul diamante dei cleveland indians 8-7 vincendo l’ultimo e decisivo inning rimasto in bilico fino alla fine. Una maledizione antica (come detto ultimo titolo nel 1908), rinsaldata nel 1945 (ultima Wolrd Series dei Cubs) da tal Billy Sianis, il quale non avendo gradito il fatto di essere stato escluso dal Wrigley Field, lo stadio leggendario del Cubs, dove voleva entrare con la sua capra, aveva maledetto la squadra predicendo che non avrebbero mai più vinto le world series. E proprio Billy Sianis e la sua capra sono stato oggetto di grandi bevute da parte dei sostenitori di Chicago.
Quanto agli Indians c’è ancora da attendere. Per loro gli anni senza titolo sono 68. Ma Cleveland città, dopo 55 anni senza nessuna vittoria, aveva già festeggiato con il basket. Due titoli in un anno solo per la città dell’Ohio sarebbero stati troppa grazia.