Reja, forse l’ultima quadriglia. Dimissioni: “Lo sapete già”

Edy Reja (LaPresse)

ROMA – Mercoledì 22 febbraio: Edy Reja saluta e se ne va. Lascia la panchina della Lazio e annuncia di non voler partire per Madrid. Decisione che sembra irrevocabile. Sembra perché cinque minuti dopo arriva a Formello Claudio Lotito, respinge le dimissioni e Reja, non si sa bene quanto convinto, sale sul pullman per l’aeroporto. Almeno a Fiumicino ci arriva e poi parte anche  per Madrid. Bisogna capire, però, per quanto siederà ancora sulla panchina biancoceleste. Probabile, al momento, che l’inutile trasferta di Europa League sia anche l’ultima di Reja in panchina. Poi dovrebbe toccare, fino a fine stagione, a Simone Inzaghi.

Un Reja nervosissimo a Madrid fa poi capire che per il divorzio, oramai, è solo questione di tempo:  “C’è stata una divergenza di opinioni.Il mio futuro lo sapete.Penso alla gara di domani sera, cercheremo di onorare l’impegno e fare una bella figura. Poi ne parleremo. Mia ultima gara? Voglio parlare solo di domani”.

 

 

E’ l’ultimo passo di una quadriglia un po’ autolesionistica: ballano tutti. Balla l’allenatore che vorrebbe andarsene, balla il presidente che vorrebbe sostituirlo ma sa che non può, balla la squadra che, tra infortuni e mercato sbagliato a gennaio, imbarca acqua e perde colpi. E, soprattutto, incassa montagne di gol.

Martedì 21 febbraio, il giorno prima. Altro giro di quadriglia: Claudio Lotito ed Edy Reja si incontrano e Formello. La Lazio ha appena perso 5-1 a Palermo in modo imbarazzante. Lotito e Reja si vedono per fare pace. Anzi no. Si vedono e litigano. Lotito contesta al tecnico scelte di formazione stravaganti, Reja gli oppone una squadra decimata dagli infortuni e indebolita dal mercato. Ma Reja, mercoledì, di dimissioni non parla.

20 settembre 2011: primo giro di quadriglia. La stagione comincia male, la Lazio perde in casa col Genoa. Iniziano i mugugni. Reja vuole andarsene, Lotito lo convince a rimanere e il tecnico in sala stampa spiega: “Resto ma la cornice è guasta”. Non esattamente musica per le orecchie dei tifosi.

 

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Emiliano Condò