Clamoroso ribaltone al Tour! Il primo tappone alpino ha rovesciato le gerarchie : vittoria e maglia gialla al danese Jonas Vingegaard, 25 anni, passista-scalatore del team olandese Jumbo Visma.
Lo sloveno Tadej Pogacar, in crisi nera ( e inattesa), è arrivato al traguardo micidiale del Col du Granon (2.413 metri) con quasi tre minuti di ritardo.
Vingegaard, stremato, quasi incredulo per aver centrato una impresa d’altri tempi, ha tagliato il traguardo in lacrime (liberatorie), esultando solo dopo la linea d’arrivo. Curiosità davvero singolare: ha vinto il tappone di alta montagna un figlio della Danimarca, Paese totalmente piatto, al netto dei cavalcavia.
Primo Vingegaard. A seguire: Quintana + 59”; Bardet 1’10”; Geraint Thomas + 1’38”; Gaudu + 2’04”; Adam Yates 2’10”; Pogacar 2’51”.
Primo Vingegaard. A seguire: Bardet + 2’16”; Pogacar 2’22”; Geraint Thomas 2’26”; Quintana 2’37”; Adam Yates 3’06”; Gaudu 3’13”; Vlasov + 7’23”.
Il Tour è entrato nel vivo con quattro scalate che appartengono al mito: Lacets de Montvernier (3,4 km all’8,2%); il Telegraphe (11,9 km al 7,1 %); il leggendario Col du Galibier,valico alpino che separa le Alpi Cozie francesi dalle Alpi del nDelfinato: una salita di 17,7 km al 6,8% e 12% in cima. Infine il Col du Granon: 1 1,e km al 9,2% con una punta al 12%. Traguardo a 2.413 metri. Per 23 km la tappa ha viaggiato oltre i 2.000 metri.
Questa 11esima frazione, da Abertville al Col du Granon-Serre Chevalier di km 152 – tappa temuta, selettiva, mitica- ha mantenuto le aspre promesse. Il via alle 12.34 in una atmosfera tesa per il caldo, la durezza del percorso e, soprattutto, per il Covid che aleggia sulle squadre come avvoltoi a caccia di carogne. Già 5 i ritirati per colpa del virus. Nessuna conseguenza per lo stop di 15’ imposto da nove ecologisti armati di fumogeni a 38 km dal traguardo di Megeve.
È comunque aumentato il contollo di polizia in strada. Solita fuga iniziale con Van Aert particolarmente attivo: primo al traguardo intermedio di Aigurbelle (secondo Jakobsen, terzo Pogacar). Dopo 60 km si è ritiratoil belga Oliver Naesen, dopo due ore di corsa abbandonava Van der Poel (guai fisici). Il Telegraphe fa selezione, come previsto. A 70 km dal traguardo ci sono 9 fuggitivi tra cui Cattaneo.
Il gruppo,con Pogacar, se la prende comoda e accumula oltre 9 minuti di ritardo. Poi la progressione letale di Tadej, resiste Vingegaard. Primo sul Galibier il francese Barguil tra due ali di folla. Secondo Geschke 51”, a 5’11” transitano Pogacar e Vingegaard. Dopo lo scollinamento, Barguil vola in discesa: punte di 82 km/h! Pazzesco.Dietro la Jumbo Visma con tre big (Vingegaard, Roglic, Van Aert) tenta di mettere in difficoltà la maglia gialla.
Ma Pogacar si avvale dello scudo del polacco Majka, gregario di lusso, positivo al Covid (ma con una bassa carica virale). Scintille nel finale con Quintana, Bardet e, soprattutto, Vingegaard. Clamoroso: il danese stacca Pogacar con un rabbioso attacco a 4 km dalla linea d’arrivo. Pogacar crolla, Vingegaard prende tutto.
Altro tappone alpino. Da Briancon all’Alpe d’Huez. In tutto 165,1 km con Tre GPM tra cui di nuovo il Galibier. Finale da brividi con la salita all’Alpe d’Huez: 21 tornanti in 13,8 km alla media dell’8,1%. Arrivo a 1.850 metri. Riuscirà Pogacar a recuperare il tempo perduto?