ROMA – Una scommessa persa. Capita, se ne perdono tante. E’ raro, però, che su di una sola scommessa si piazzi una cifra da cinque
milioni di euro moltiplicata per tre anni di contratto. Raro e quasi suicida in una società come la Roma che da anni predica e pratica l’autofinanziamento e anche grazie alla “scommessa persa” che si chiama Adriano, chiude il primo semestre di bilancio con un rosso da 14,8 milioni di euro.
Thomas DiBenedetto o chi per lui a fine trattativa metterà le mani sulla Roma non ringrazia. Anche perché si troverà tra le mani una squadra vecchia, con un bilancio da sistemare e probabilmente fuori dalla Champions League con tutto quello che comporta a livello di mancati introiti.
La parabola di Adriano alla Roma, intanto, dopo non essere di fatto mai iniziata, è vicinissima alla conclusione. I conti sull’Adriano giallorosso li fa, sul Corriere della Sera, Luca Valdiserri. E sono conti impietosi: “Adriano è arrivato l’estate scorsa con un contratto triennale da 5 milioni lordi a stagione (più premi a rendimento). Dopo otto mesi le spettanze del brasiliano ammontano a 3.333.333 euro lordi. Visto che ha giocato 355 minuti (241 in campionato, 45 in Champions, 45 in Coppa Italia e 24 in Supercoppa italiana) finora è costato la modica cifra di 9.390 euro lordi al minuto”. Per chi ama le statistiche aggiungiamo che l’unico tiro nello specchio della porta di Adriano è costato, ad oggi, oltre tre milioni.
Gli scenari plausibili, a questo punto, sono essenzialmente due: la rescissione consensuale del contratto (ipotesi più probabile) e rescissione unilaterale. Di certo Adriano ha già le valigie pronte, e non da oggi. Già a dicembre aveva salutato tutti e sarebbe partito per il Brasile con l’intenzione di restarci se non fossero arrivati i minuti da titolare ed un’incomprensibile impuntatura di parte della società (Rosella Sensi su tutti) nel volerlo trattenere a tutti i costi.
Ora che il timone è in mano a Montali, però, è scontato che si trovi una soluzione che accontenti sia la Roma che non vuole il giocatore, sia il giocatore che non vuole la Roma. Le domande, però, restano: quando i giallorossi ingaggiarono Adriano furono scritti fiumi di inchiostro sulle clausole comportamentali. Si diceva che la Roma avrebbe potuto chiudere il contratto al primo ritardo o in caso di comportamenti non professionali.
Nel frattempo Adriano ha perso due tre aerei (per problemi di passaporto), ha passato qualche notte di fuoco con la “donna mela” e si è fatto togliere la patente in Brasile per guida in stato d’ebbrezza (raccontando, creduto dall’ex tecnico Claudio Ranieri, che non guidava lui). Come se il punto fosse chi era al volante e non il fatto che, Adriano, in Brasile era ubriaco. Misteri anche questi che si aggiungono ai tanti interrogativi che accompagnano gli ultimi giorni della gestione Sensi alla Roma.