ROMA – Roma, a poche ore dal derby contro la Lazio, il più triste degli ultimi anni per l’assenza di entrambe le curve, scoppia il caso Francesco Totti.
Mancano sette partite al termine del campionato ed il contratto del capitano giallorosso non è ancora stato rinnovato.
Il rapporto tra Totti ed il presidente della Roma James Pallotta è ai minimi storici perchè il capitano capitolino si sente ancora un calciatore, e vorrebbe giocare un altro anno – anche al minimo salariale -, mentre il numero uno americano lo vorrebbe come dirigente.
La polemica tra Francesco Totti e James Pallotta rende il derby più avvelenato. La vicenda è ripresa da Ugo Trani per Il Messaggero.
«Non esiste un caso Totti»; «Il presidente e Francesco stanno trattando». Sono le dichiarazioni ufficiali (e recentissime) rilasciate da Baldissoni in diretta tv sulla questione che è ancora apertissima.
Il dg, volato a Boston pure per discutere il suo rinnovo di contratto in scadenza a giugno, ha pensato di depistare la platea che però non ha abboccato. Perché il caso c’è e la trattativa no. Il capitano intende giocare l’anno prossimo e aspetta di sapere se qui o all’estero; la Roma, invece, vuole farlo smettere. Totti è stato chiaro in pubblico, il club preferisce il privato (canaletti amici). Manca, insomma, la presa di posizione ufficiale.
Che Francesco si aspetta dal presidente in prima persona. Non resterà da dirigente, pur avendo 6 anni di contratto (600 mila euro stagione), a conferma che il lato economico non fa parte del fattaccio di Trigoria.
Anche la famiglia lo spinge a lasciare la Roma, soprattutto per il trattamento ricevuto in questi mesi. Meglio vivere, da calciatore, la prossima annata a Dubai, o proprio negli Usa, Los Angeles o New York, prima di sposare Roma 2024, accanto a manager che, loro sì, lo stimano, come Luca Cordero di Montezemolo e Giovanni Malagò.
Riportiamo di seguito un passaggio da Il Messaggero dove si ipotizza l’addio di Francesco Totti alla Roma nonostante la smentita del presidente Pallotta.
Il futuro è (quasi) scritto. Perché Totti, parlando giovedì pomeriggio per un quarto d’ora con il giornalista, ha raccontato di aver proposto a Pallotta, in uno dei colloqui avuti con lui (l’ultimo, a Trigoria, prima della gara contro la Fiorentina), di essere pronto a restare al minimo contrattuale.
E di aver inizialmente riscontrato, rispetto al faccia a faccia di dicembre al De Russie quando gli consigliò di smettere (Spalletti non era ancora sbarcato e quindi da non coinvolgere), l’apertura del presidente per il rinnovo. Pallotta avrebbe dovuto sistemare la situazione qualche giorno dopo a Madrid, dove ha invece evitato Francesco. La notizia di Lo Monaco ha incassato la doppia smentita del presidente. Al messaggero.it:
«È una bugia. Non è assolutamente vero e non è mai successo. Qualcuno sta infangando il nome del più grande di sempre». E all’Ansa: «Niente di vero, è un pesce d’aprile. Significherebbe insultare uno dei più grandi giocatori di tutti i tempi. Non sono affari vostri i discorsi tra me e Francesco. Nessuno li conosce, solo io e lui». La smentita s’incaglia sull’ultima frase. Il giornalista, a Trigoria con la squadra che allena (l’Asa, classe ’99, ha affrontato la Roma allievi nazionali), ha raccolto la confidenza di Totti.
Il colloquio non è avvenuto in segreto, ma alla luce del sole, ancora non calato sui tetti della capitale. A pochi metri i tecnici D’Andrea e Rubinacci, tanti giovani calciatori, compreso il piccolo Cristian, erede del capitano. Il club, per metà giornata, ha negato il contatto, dicendo che il giornalista avesse incontrato al bar solo Scala, il preparatore di Totti.
Che era però andato a casa prima dell’arrivo di Lo Monaco. A fine venerdì la versione è maldestramente cambiata: la chiacchierata è stata un pò ingigantita. Niente di nuovo.