ROMA – “The deal is done”, ovvero “l’affare è concluso”. Significa che stavolta è fatta davvero, la Roma è passata in mani statunitensi, precisamente del consorzio guidato dal manager di Boston Thomas DiBenedetto.
L’annuncio è arrivato poco dopo l’una del mattino. Tempi più lunghi del previsto, come tutta questa trattativa. Doveva essere alle 18, poi alle 22, poi alle 24. Per i tifosi della Roma, a questo punto, poco importa. Quello che conta è che alla fine, davanti alla stampa, DiBenedetto si sia presentato dicendo “è fatta”, con Paolo Fiorentino di Unicredit al suo fianco.
Manca solo un dettaglio, il vaglio della Consob. Ma, stavolta, le firme ci sono e la nuova società potrà iniziare a lavorare da subito. I nomi, è noto, sono quelli di Walter Sabatini e Franco Baldini, già al lavoro per allestire una rosa di livello perché, come ha detto DiBenedetto, con il fair play finanziario alle porte, “avere dirigenti di livello è fondamentale”.
Quanto agli obiettivi il neo proprietario ha puntato in alto: ”Sono grato a Berlusconi per le sue parole di benvenuto, il nostro obiettivo è conquistare con la Roma gli stessi successi che lui ha ottenuto con il Milan”. Solo per avere un’idea: Berlusconi, la coppa con le orecchie l’ha messa in bacheca cinque volte. La Roma, in più di ottant’anni di storia, è arrivata solo una volta in finale, perdendola in casa ai rigori con il Liverpool.
Un occhio, però, va anche al bilancio e al vivaio, che il neo-presidente, ventunesimo della storia della Roma, ha detto di voler valorizzare: ”Dovremo selezionare i migliori giocatori romani – ha detto ancora il nuovo padrone del club giallorosso -. E molti di loro giocano gia’ nella nostra squadra”
Infine un pensiero e un grazie ai tifosi che hanno seguito in una sorta di processione di motorini DiBendetto quando è stato a Roma: ”Non mi sarei mai aspettato la passione dei tifosi e della stampa che ho vissuto sulla mia pelle a Roma: tutta questa emozione mi ha convinto ad andare avanti in questo affare”.
Prima di DiBenedetto si era parlato già altre volte di possibili acquirenti americani per la Roma. Su tutti ci fu l’offerta del tycoon George Soros, con il quale però le trattative a un certo punto si interruppero bruscamente. Ma per il club giallorosso si parlò più volte anche di possibili acquirenti arabi, tra i quali lo sceicco del Dubai, o russi (in particolare la cordata Nafta Moskva) oppure svizzeri.
Non è comunque la prima volta e non ci sono state soltanto la Salernitana e la Roma nei sogni degli investitori stranieri. Qualche anno fa era stato il caso del Vicenza: nel ’97 la societa’ inglese Stellicam si aggiudico’ la proprieta’ per 22 miliardi e 753 milioni di lire a conclusione dell’asta indetta dal giudice fallimentare del Tribunale di Milano.
Ancora più da lontano (dalla serie D) sono partiti invece i russi con l’acquisto del Venezia, club nel quale in passato giocarono campioni come Recoba e Mancini e che ebbe anche Zamparini tra i suoi presidenti. Il colpo fu messo a segno da una cordata italo-russa guidata dall’imprenditore russo Yuri Korablin, ex patrone del Khimki di calcio e basket (l’ex squadra di Pozzecco). Ora quindi èscoccata l’ora anche dello Zio d’America. E i tifosi sono ora sono certi che non finira’ come alla Salernitana. .