Una lite per motivi di viabilità è costata al presidente della Lazio Claudio Lotito una condanna a due mesi di reclusione, anche se la pena è stata dichiarata estinta per effetto dell’indulto.
Violenza privata il reato per il quale l’imprenditore è stato condannato dal giudice monocratico al termine di un processo scaturito da una denuncia presentata da una automobilista per una discussione avvenuta il 29 settembre del 2005 in via della Maglianella scaturita da un lieve incidente stradale e degenerata nel danneggiamento del telefono cellulare della donna, che sarebbe stato scagliato a terra da Lotito.
Il pm aveva chiesto una condanna a quattro mesi di reclusione per il patron della Lazio che ha però sempre sostenuto di non essere lui il protagonista dell’episodio. Secondo quanto riferito dall’avvocato Gian Michele Gentile, che lo rappresenta, quel giorno il presidente biancoceleste era al consiglio di gestione per l’approvazione del bilancio: “Si è trattato di un equivoco scaturito da un’errata annotazione della targa – ha dichiarato il penalista – Impugnerò questa sentenza”.