La notizia è stata diffusa dalla radio “Centro Suono Sport” alle ore 10.55.
Ecco alcune sue ultime dichiarazioni.
“La Roma sarà impegnata su due fronti, l’Europa e il campionato. Se, almeno in queste prime battute, non dovrebbero esserci particolari difficoltà in Europa League, vista la superiorità tecnica e atletica della squadra giallorosa, il campionato mi incuriosisce molto.
Questo perché la campagna acquisti è stata modesta. C’è da dire che la partenza di Aquilani è ancora dura da digerire.
Il centrocampista ha giocato troppo poco per poter esprimere un giudizio di primissimo piano per termini tecnici e tattici; però bastano i commenti di tecnici e giocatori di spessore per capire che Alberto avrebbe fatto davvero comodo alla causa romanista. Inoltre, la mancanza di acquisti di livello, non è incoraggiante.
La Roma avrà un inizio di campionato non semplice e il giudizio della matematica potrebbe essere molto severo; è vero, però, che tutti questi elementi negativi che rendono in qualche modo palpitante l’attesa per questa stagione, potrebbero funzionare da stimolo per i ragazzi.
E la motivazione e la concentrazione possono essere degli elementi fondamentali e riservarci qualche bella sorpresa. C’è da dire che la Roma può contare anche su un allenatore preparato e all’altezza.
Tuttavia, Spalletti qualche volta è mancato di personalità: lo abbiamo visto spesso criticare alcuni comportamenti che poi lui stesso ha messo in atto. Forse riconfermarlo, soprattutto dopo la stagione disastrosa dello scorso anno non è stata una buona idea; ma, viste le prospettive e le continue voci sulla cessione della società, forse è stata l’unica via percorribile.
Proprio riguardo alla questione societaria, non è mia intenzione esprimermi su alcuni “disguidi” di comunicazione: si tratta di un ruolo difficile che ho ricoperto anche io. All’epoca nessuno si espresse o ha mai rimarcato un mio errore e altrettanto farò io.
Dico solo che la società è viziata da una convinzione antica: quella per cui la Roma è un bene di famiglia e come tale viene trattato dai suoi proprietari. Si tratta di una visione errata, soprattutto perché stiamo parlando di una società quotata in borsa.
La proprietà dovrebbe guardare alla Roma come ad un patrimonio di passioni e di storia, che non deve essere cosa di uno, ma patrimonio collettivo, del popolo romanista. Il giorno in cui smetteremo di pensare alla Roma come ad un vassoio d’argento da curare e tramandare, forse le cose cambieranno.
Lo dico anche per i giocatori: Totti come sempre è il simbolo. All’epoca dello scudetto c’erano altri elementi di valore importante (vedi Batistuta, Emerson, Samuel, ecc.) non erano tutti amici, come qualcuno voleva far credere, ma erano lo stesso vincenti.
Totti resta l’immagine di quella e di questa squadra: è il catalizzatore e, purtroppo, è stato anche strumentalizzato. Diciamo che è stato usato come coperchio per tutte le pentole in ebollizione a Trigoria. Ingiustamente.
Oltre al capitano, mi sento di dover menzionare anche De Rossi e, secondo me, la sorpresa di quest’anno potrebbe essere Menez. Chi, a mio avviso, invece, è stato sopravvalutato è Mexes.
Se dovesse andar via, ma soprattutto se dalla sua cessione la Roma dovesse ottenerne il massimo profitto, non mi strapperei i capelli”.