Roma, caso De Rossi: conta più il genio o la sregolatezza?

Daniele De Rossi (LaPresse)

ROMA –  Conta più il genio o la sregolatezza? Luis Enrique, allenatore della Roma, ha risposto a questa domanda scegliendo l’opzione “b”; l’asturiano ha deciso di punire lo “sregolato” Daniele De Rossi con la tribuna prima della partita dei giallorossi contro l’Atalanta di Stefano Colantuono.

De Rossi ha voluto commentare la sua esclusione: “A Bergamo sono stato solo disattento. Ma voglio chiarire che non ho litigato, nè picchiato nessuno. Luis Enrique? Continuo ad aver fiducia in lui, non guarda in faccia a nessuno. Scuse? Non credo di doverne dare. Parlo perchè non ho nulla da nascondere, e parchè a Roma già si sta creando il caos. Ed anche per dire che non ho mancato di rispetto a nessuno. Ho commesso un errore come professionista – ha aggiunto con una esplicita alzata di spalle -. Luis Enrique aveva sempre detto che un ritardo comportava l’esclusione.

Tengo a precisare che non ho problemi con l’allenatore e ne ho sempre parlato in maniera positiva e continuerò a farlo: mi piace perchè non guarda in faccia a nessuno. Diciamo che è stata una giornata non positiva per me perchè non ho giocato. La società ha parlato e ha detto quello che è successo. Non ci sono state risse e non ho offeso nessuno. Ieri sono stato un pò disattento.

Io non ho problemi a parlare. Non ho nulla da nascondere. Mi trovo in un gruppo di persone perbene e l’allenatore è il primo di questi. Mi sono sempre trovato bene con lui e mi piace il fatto che tratta l’ultimo ragazzino della Primavera come tratta me o Francesco e ieri ha fatto altrettanto.

Domenica abbiamo una partita importantissima e dobbiamo pensare a quella. Se mi sarei solamente multato? Ma, non lo so. È stata una decisione presa dall’allenatore e continuo a fidarmi di lui come fa il gruppo. Spero lo faccia anche la tifoseria. So che a Roma si sta creando un pò di caos e mi dispiace perchè l’ho creato io in primis. C’è da pensare solo alla gara di domenica e abbiamo già parlato abbastanza della partita di ieri”.

Genio e sregolatezza è anche il binomio impossibile che ha caratterizzato la carriera di un campionissimo come Diego Armando Maradona. L’ex numero dieci del Napoli era capace di magie sul campo e di nessuna disciplina nella vita. I dirigenti parenopei gli perdonarono tutto: sesso, droga e relazioni pericolose (non possono essere dimenticate le sue foto insieme con i fratelli Giuliano dentro la vasca a forma di conchiglia).

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