Che, chissà, potrebbero essere accesi già oggi, con la ricomparsa di cammelli a tre gobbe, gruppi tedeschi o addirittura con inediti, tutti, ovviamente, interessati all’acquisto della Roma, quella che fino a poche settimane non la voleva nessuno come si sosteneva da più parti.
Un’anticipazione, peraltro, c’è stata anche ieri quando un lancio dell’agenzia Adnkronos ha messo nero su bianco che il prossimo, imminente, questione di giorni, incontro tra Unicredit e il gruppo americano capitanato da mister Tom DiBenedetto per la cessione della Roma, non ci sarà né a New York, né a Roma, ma in Europa (le sedi più gettonate sarebbero Londra e Milano).
Detto che la sede conta poco, quello che conteranno saranno i contenuti e le firme, c’è da precisare, almeno per quello che ci risulta, che sembra difficile pronosticare una sede visto che non avevano certezze a proposito entrambe le parti in causa. O qualcuno ha capacità divinatorie che potrebbero garantire ricchezza anche alle generazioni future, oppure si fa fatica a capire come mai escano certe notizie. Sul perché, invece, si fa molta meno fatica per capire.
AGENDA – Contano i fatti e a quelli cerchiamo di attenerci, consapevoli peraltro che in questa vicenda un po’ tutti tendano a tirare l’acqua al proprio mulino. E i fatti dicono che l’incontro finale per la cessione della Roma, ci sarà la prossima settimana. Ieri c’erano stati indicati i giorni di mercoledì, giovedì e venerdì per la conclusione della trattativa (per la sede, fate voi, anche se a noi avevano confermato New York, ma ripetiamo, la sede conta zero), il tutto però reso di nuovo mutabile dalla crisi libica. Domanderete: e che c’entra? C’entra zero il fatto che, in un recente passato, qualcuno abbia sponsorizzato Gheddafi come proprietario della Roma, c’entra semmai il fatto che la delicatissima situazione creatasi nel Paese nordafricano ha generato un’inevitabile apprensione ai piani alti di Unicredit, anche perché, per chi ancora non lo sapesse, i fondi libici sono tra i principali azionisti dell’Istituto bancario di piazza Cordusio. E la cosa non può consentire di avere certezze per una data a prova di slittamento. Per spiegarsi meglio: il dottor Fiorentino (che insieme all’avvocato Cappelli dovrebbe far parte del futuro Consiglio d’amministrazione della Roma) può anche fissare un appuntamento, ma poi se la situazione in Libia dovesse ulteriormente precipitare, si vedrebbe costretto a spostare il tutto.
ATTESA – Di sicuro, per ora, si può dire che DiBenedetto è in attesa di sapere solo dove e quando. Il lavoro che doveva fare con i suoi soci è stato completato da tempo, adesso si augura che si arrivi alla fumata bianca nel più breve tempo possibile, consapevole che prima parte il progetto e prima è meglio per tutti, a cominciare dalla Roma.
E’ rimasto indispettito da alcune novità che sono state varate a Trigoria negli ultimi giorni, ma la sua reazione è stata quella di provare a dare un’ulteriore accelerata, se non altro per evitare di trovarsi di fronte a qualche novità non prevista. Ieri, tra l’altro, Italpetroli, con un comunicato, ha ufficializzato l’estensione dell’esclusiva sino al 30 marzo (chi ha rubato un giorno al mese di marzo?). DiBenedetto vuole chiudere la prossima settimana, presentarsi a Roma in quella successiva e, pure, all’Olimpico in occasione della prossima sfida casalinga. Il cartellone prevede nientepopodimenoche Roma- Juventus. Difficile immaginare di meglio, anche se la Vecchia Signora non è più quella di un tempo.