ROMA, 28 MAR – Bilanci in ordine, cinque-sei innesti di livello internazionale per rinforzare la rosa e, soprattutto, uno stadio di proprietà sul modello degli impianti della Premier League inglese.
Perche’ ”il problema principale” del calcio italiano e’ la mancanza di stadi ”confortevoli, accoglienti, capaci di sfruttare anche altri altri business”.
Sono questi i primi passi del programma firmato Thomas Richard DiBenedetto, aspirante proprietario della As Roma (insieme ad altri tre imprenditori statunitensi), intervistato dalla Gazzetta dello Sport prima della partenza da Boston. DiBenedetto da questa mattina e’ a Roma, per trattare con Unicredit la cessione della societa’ giallorossa.
Premesso di ”non aver mai pensato ad altri club” e di essersi innamorato della Capitale d’Italia fin da quando era studente universitario al Trinity College (”che da 25 anni organizza un campus a Roma”), DiBenedetto assicura di voler fare di quello giallorosso ”uno dei primi club del mondo”.
Ma prima bisogna ”sistemare i bilanci, riportare la societa’ nei parametri imposti dal fair play finanziario. Questo, comunque, non esclude che si possa allestire subito un club che faccia faville in Italia ed in Europa”, con l’arrivo di ”almeno cinque o sei” nomi nuovi.
Di forte attualità il problema stadio: ”L’Olimpico non gratifica affatto la passione dei romanisti, le tribuna sono troppo lontane dal campo, il rumore con la distanza si perde”.
Anche per questo servira’ ”un impianto che abbia un effetto positivo sui calciatori. Una versione moderna di Campo Testaccio”. Ma serve la collaborazione di tutti: ”E’ tempo che governo ed istituzioni facciano qualcosa di concreto per consentire alle societa’ di costruire stadi nuovi.
Sara’ l’unico modo per tornare vincenti in Europa”.
E poi servono ”le nuove tecnologie. Percio’ per la Roma parliamo di ‘media company’: un club che sappia sfruttare le nuove tecnologie di comunicazione ed i social media.
Sara’ fondamentale per noi raggiungere ogni parte del globo, ci consentira’ di vendere meglio il nostro merchandising e, in questo modo, di aumentare i ricavi e comprare giocatori piu’ forti”.