ROMA –Rudi Garcia a Roma per 10 anni per essere nella capitale quello che Sir Alex Ferguson è stato per Manchester. Idee e parole del presidente della Roma James Pallotta che spiega: “Amo il modo in cui sta giocando la Roma. A parte le vittorie, mi riferisco allo stile di gioco. L’ho ripetuto per tutta l’estate che avremmo avuto una grande squadra e nessuno mi ha voluto credere. Ci hanno messo un po’ a convincersi”.
E’ un Pallotta decisamente soddisfatto quello che emerge dall’intervista rilasciata al magazine americano ‘Soccer Italia’. Il presidente della Roma, sotto la luce dei riflettori nell’ultimo periodo per la trattativa che potrebbe portare all’ingresso in società di un nuovo socio (l’Hna Group di Chen Feng sta trattando l’acquisto di una quota del pacchetto azionario di UniCredit), ha raccontato come si è giunti alla scelta di puntare forte su Rudi Garcia.
“La sconfitta in finale di Coppa Italia contro la Lazio ha rafforzato la mia visione su quello che stavamo realizzando per andare avanti – le parole del businessman d Boston – E’ stato fastidioso per un giorno, da quel momento abbiamo iniziato a pensare ai cambiamenti che avremmo dovuto fare”.
Cambiamenti che erano già cominciati con l’allontanamento di Zdenek Zeman da Trigoria: “E’ stata una mia decisione esonerarlo, non ero felice di quanto aveva fatto nei cinque mesi precedenti. Il boemo aveva una grande storia, ma il suo non era il mio stile o perlomeno di come avrei voluto – ha confessato Pallotta – Il suo vice, Andreazzoli, sapevamo sarebbe rimasto come allenatore ad interim, sempre che non ci avrebbe completamente sorpreso vincendo ogni partita, ma sapevo non sarebbe successo! Lui ha fatto un grande lavoro, ed anche oggi è ancora con noi, dimostrandosi molto utile sul piano tecnico”.
Ma la grande rinascita giallorossa è soprattutto merito dell’arrivo in panchina di Rudi Garcia. “Anche lui è stata una mia decisione, ovviamente – ha spiegato il presidente della Roma – Ho chiesto al ds Sabatini notizie di allenatori disponibili, ma dovevano essere tecnici che non erano passati in Italia. Abbiamo voluto fare qualcosa di diverso ed unico, pensando di impostare un progetto con un allenatore che doveva rimanere a Roma almeno dieci anni, sul modello di Alex Ferguson al Manchester United”.