Roma, Luis Enrique: "Avanti, l'atteggiamento è quello giusto"

ROMA, 12 DIC – ''Le voci sulle mie dimissioni? Gli ultimi due allenatori della Roma erano due grandi tecnici, ma sia Spalletti che Ranieri si sono dimessi. E questo significa qualcosa. Io ho solo detto 'mai dire mai' perche' nel calcio e' cosi', non si sa quello che puo' succedere. Ma ho l'appoggio della societa' e vedo come si applicano i miei giocatori. Fin quando vedro' che non sono un problema per la societa', continuero' a lavorare''.

Luis Enrique ferma la Juventus all'Olimpico e difende il lavoro intrapreso dall'estate sulla panchina della Roma.

La squadra giallorossa non sfigura infatti davanti ai bianconeri nonostante le tante defezioni di formazione dovute a squalifiche e infortunati. ''Le assenze? La squadra e' al di sopra di tutto'', taglia corto Luis Enrique prima di parlare della gara: ''La Juve e' uno squadrone, di livello altissimo, sono fortissimi e hanno il carattere del loro allenatore – i complimenti indirzzati alla formazione di Conte -. L'atteggiamento della Roma e' stato buonissimo, non tanto diverso da quello di Firenze, dove abbiamo giocato in inferiorita' numerica. Sono contento per i tifosi e per il loro appoggio. Noi volevamo avere il pallone, ma non lo abbiamo avuto a causa del pressing della Juve. Siamo stati bravi invece a limitare Pirlo, Pjanic ha fatto un bel lavoro su di lui. Dopo aver subito il gol, poi, siamo tornati ad avere il pallino e abbiamo creato quattro occasioni da gol. Dobbiamo continuare con questo atteggiamento''. Infine un pensiero per Totti, che ha sbagliato il rigore del possibile vantaggio, e Osvaldo, decisamente arrabbiato dopo la sostituzione con Borriello:

''Sentivo che Francesco avrebbe segnato, ma in un momento del genere poteva anche prendere il palo, noi contropiede e subire gol. E poi davanti aveva Buffon, che fa paura solo a vederlo. Osvaldo? E' un giocatore di livello spettacolare, con un carattere molto forte. E se dopo la partita reagisce, si arrabbia, non mi dispiace. E' normale. Borriello? Sa quello che voglio da lui, se lo fa, lo faccio giocare, altrimenti lo mando in panchina o in tribuna. Come tutti gli altri. Cosa gli ho detto? Meglio non parlarne in pubblico, quello che avevo da dirgli glielo ho detto in faccia''.

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Emiliano Condò