ROMA – “Tre scudetti sono troppo poco rispetto a quello che rappresenta questa società. Spetta a noi cambiare. E io sono a Roma non per battere dei record, ma per vincere dei titoli”. Arricchire la bacheca di Trigoria, lasciare un segno nella storia dei colori giallorossi.
E’ anche grazie alla sua forte ambizione che Rudi Garcia è stato premiato dal settimanale ‘France Football’ come miglior allenatore francese dell’anno davanti al selezionatore della nazionale, Didier Deschamps.
Il tecnico della Roma, che già nel 2011 ai tempi del Lille si era aggiudicato il prestigioso riconoscimento assegnato da una giuria composta da giornalisti, calciatori e allenatori, sa bene che “sono i titoli che contano, che rimarranno. Forse non arriveranno questa stagione, non siamo stati programmati per questo. Ma so che possiamo battere chiunque in campionato. E con questa squadra, posso andare lontano”.
Per riuscirci la sua Roma in campo proverà sempre a fare la partita. “Penso sia meglio prendere in mano il gioco, essere attori protagonisti, senza pensare solo a difendersi che per me è un limite – le parole di Garcia al network radio-televisivo australiano SBS – Per vincere le partite servono i gol, con 38 0-0 si va in Serie B”.
Non esattamente un problema della Roma, che da imbattuta viaggia nella scia della Juventus capolista. “Per il momento va tutto bene e sicuramente il popolo romano è più felice, ma dobbiamo rimanere coi piedi per terra – ammette il tecnico francese – Una stagione non è un lungo fiume tranquillo, ci saranno momenti difficili. E quando arriveranno la forza del gruppo starà tutta nell’uscirne il più velocemente possibile”.
Anche grazie all’apporto del capitano e giocatore simbolo, Francesco Totti. “E’ un campione che continua a scrivere la sua leggenda – l’elogio di Garcia al numero 10 – Se fa parte di una generazione in estinzione? E’ fortemente possibile che in futuro non ci saranno altri giocatori così perché lui ha conosciuto solo un club, il suo grande amore che è la Roma. Spero possa ripetersi una cosa simile, ma non ne sono sicuro”. Le certezze di Garcia sono altre, e una di queste riguarda la Lazio: “Si è gasata con la vittoria nella finale di Coppa Italia, ma ha esagerato”.
Per il tecnico romanista è infatti stato un errore celebrare così a lungo la conquista della coccarda tricolore: “Il minuto 71′ – quello del gol decisivo di Lulic – è diventato il loro segno del comando. Lo festeggiano in ogni partita. Per me si tratta di scarsa ambizione”.
Una stilettata forse più facile da tirare in virtù del forte gap in classifica dei cugini (20 punti) e della stracittadina vinta in avvio di campionato.
“Quando è uscito il calendario i dirigenti erano distrutti dal fatto che il derby fosse programmato alla 4/a giornata – conclude Garcia – Io avevo la sensazione contraria. Per sbollire questo trauma, la cosa migliore era giocare subito contro di loro, batterli e passare a un’altra cosa”.