ROMA – La Roma avrà uno stadio tutto suo, “nel 2016”, conferma James Pallotta, presidente della società giallorossa. Ma dove? In quale zona di Roma? Dopo una scrematura fatta su più di 100 siti, il ballottaggio è tra i terreni di Tor di Valle (dell’imprenditore Parnasi) e in un’area di proprietà dell’Eni al quartiere Testaccio, cuore giallorosso della capitale. “A seconda della scelta – spiega Pallotta in un’intervista al sole 24 Ore – l’investimento potrebbe anche superare i 200 milioni di euro per una struttura da 60mila posti”.
Un investimento non da poco ma un passo importante non solo dal punto di vista calcistico ma anche strutturale e “cittadino”, con la speranza che possa portare anche “risultati da grande squadra”. Scudetto e nuovo stadio insomma. Un’accoppiata vincente, già riuscita in casa Juventus. Questo rappresenta “l’american dream” di James Pallotta, intenzionato a passare alla storia come il presidente della rivoluzione romanista.
Tra quattro anni dunque la Roma giocherà lontana dall’Olimpico, in un impianto di proprietà. Un traguardo ambizioso, ma ”quando si fanno certi investimenti il rendimento potenziale è fondamentale. Se vuoi guadagnare devi costruire e puntare sui risultati di lungo periodo”.
E pensare che Pallotta aveva in mente, ovviamente scherzando, un’area ben diversa per la struttura: ”Io avrei usato il Colosseo, ma mi hanno detto che era occupato. Scherzi a parte, siamo quasi pronti, abbiamo già avuto numerosi incontri con il Sindaco di Roma e con gli uffici tecnici del Comune. Lo stadio, che avrà 60mila posti, negozi e ristoranti, è stato progettato da un architetto di fama mondiale come Dan Meis (autore dello Staples Center di Los Angeles) e dovrà essere pronto per i campionati europei del 2016”.
Insomma la tempistica per Pallotta è già chiara, più difficile al momento è indicare con sicurezza la zona in cui sorgerà effettivamente lo stadio. In ballottaggio ci sono infatti progetti che potrebbero interessare un’area tra i 30 e i 100 ettari: i terreni di cui si parla sono quelli a Tor di Valle, in pole position, oppure quelli del Gazometro a Ostiense.
Nel primo caso l’interlocutore con cui dover parlare per raggiungere un accordo e’ il costruttore Parnasi, conosciuto da Pallotta la scorsa settimana e presente (assieme all’altro costruttore Toti) anche alla cena organizzata dal vicepresidente della Roma, l’avvocato Cappelli. La seconda ipotesi tira in ballo invece l’Eni, ente proprietario del terreno a due passi dallo storico campo Testaccio.