“Se non togli turbante non giochi”: l’arbitro lascia in panchina calciatore sikh

Gurpartap Singh con la sua squadra

BRESCIA – “Se non togli il turbante, non giochi“: per questo Gurpartap Singh lo scorso 17 novembre è rimasto in panchina durante la partita Montirone-Sant’Eufemia. Il calciatore sikh, anni di partite alle spalle, non si era mai visto rivolgere una simile richiesta. Quel copricapo, che non è vietato da nessuna regola specifica, non può mai toglierselo secondo la sua religione.

Secondo il regolamento, infatti, Gurtarap può indossare il suo turbante perché non mette in pericolo né lui né gli avversari. La rigida osservanza delle regole da parte dell’arbitro perciò è passata come un grave episodio di intolleranza.

Poco prima del fischio di inizio partita, l’arbitro ha imposto l’aut aut al giovane sikh negli spogliatoi. Non ha voluto nemmeno sentire le ragioni dei tecnici della squadra che invano tentavano di farlo ragionare. Tanto che i dirigenti hanno deciso di denunciare l’episodio alla Figc: “Un gesto vergognoso”, dicono.

Ma a 10 minuti dalla fine il colpo di scena. L’arbitro si è avvicinato all’allenatore e ha detto: “Ho cambiato idea, il ragazzo può giocare”. Gurpartap però, indignato, è rimasto seduto in panchina.

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Daniela Lauria