Più l’infermeria bianconera si svuota, più cresce la speranza di risalire la china.
Impresa non proprio semplice, visti gli handicap tattici che Zaccheroni ha riscontrato nei primi dieci giorni in bianconero. Ma non impossibile.
Deciso l’assetto, il 3-4-3, si punta al recupero degli interpreti migliori. Le prime notizie positive giungono da Salihamidzic: jolly prezioso, in grado di aggiungere esperienza e incisività in zona gol.
Proprio lui riempirà il vuoto sull’out di destra, in attesa del pieno recupero di Camoranesi e in luogo di un più che adattato Càceres.
L’azzurro è già stato comunque convocato, così come Marchisio. Nuove risorse per il tecnico, che contro il Genoa dovrà fare a meno dello squalificato Felipe Melo.
Una situazione di perenne emergenza che già contro il Bologna dovrebbe concludersi, per arrivare, con ancora un po’ di pazienza e tempo, all’abbondanza.
Rispetto alla gara con il Livorno cambierà poco, dal primo minuto. La novità più importante, in assenza di Cannavaro, è Càceres, per la prima volta nel suo ruolo: centrale di destra.
Come detto, più avanti si posizionerà Brazzo, per completare un centrocampo che, oltre al ritorno di Sissoko, vedrà ancora Candreva nel ruolo di regista e De Ceglie finalmente esterno, se vincerà, con un turno di ritardo, il ballottaggio con Grosso.
Solo Grygera, riaggregato dopo aver scontato la squalifica, potrebbe rimettere tutto in “gioco” sulla destra.
Amauri invece partirà titolare, nonostante e in virtù dell’opera di catechizzazione che Zaccheroni gli ha dedicato in settimana. Sono pronte però soluzioni alternative per fronteggiare ogni eventualità.
Il tecnico ha profuso ogni energia nella cura dei dettagli al fine di garantire ai giocatori le migliori condizioni fisiche e mentali: allenamenti differenziati e colloqui individuali.
A fronte di tutto ciò non saranno concesse ulteriori prove d’appello, perché il tempo per gli esperimenti è finito. In preallarme Paolucci e Giovinco. In tal senso Giandonato ha rappresentato un campanello d’allarme per tutti.
Una rivoluzione che si propagherà sino al vertice. Zaccheroni è paradossalmente l’unico a vivere una situazione di perfetto equilibrio tra presente e futuro.
Se farà bene avrà la possibilità di ricandidarsi per la panchina, in caso contrario nulla gli si potrà imputare.
L’unico che potrebbe insidiarlo anche in caso di successo è Prandelli, che sollecitato sul tema si è esposto in modo discreto: “Io allenatore preferito dai tifosi juventini? Non mi sembra opportuno affrontare questo argomento adesso.
Con la proprietà ci vedremo in primavera, cercheremo di capire quali saranno i disegni societari e da lì poi decideremo”.
Lui rappresenterebbe la testa di ponte di un nuovo assetto societario, che vedrebbe Blanc ridimensionato e investito della sola competenza finanziaria, se al timone resterà John Elkann. Il resto è immaginabile.
Un nuovo presidente, un direttore generale vero e Roberto Bettega ancora ministro degli esteri bianconero. Eventualmente, anche un nuovo riferimento nella proprietà e cioè quell’Agnelli invocato dai tifosi: Andrea.
In quest’ultimo caso le novità sarebbero addirittura dirompenti. La famiglia, al completo, sta vivendo infatti giorni frenetici per le questioni legali che riguardano l’eredità dell’Avvocato.
E proprio Andrea sta acquisendo un ruolo sempre più preminente, grazie all’appoggio di Margherita Agnelli, madre di John, e all’opera diplomatica di Antonio Giraudo.
Sono attesi sviluppi decisivi soprattutto per l’assetto Fiat, ma anche per quanto riguarda la Juventus e in tutto ciò, il fondamentale incontro con il Genoa sembra una goccia nel mare.