Sorella Balotelli: “Mario? Insicuro e bisognoso d’affetto”

Mario Balotelli

Insicuro, bisognoso d’affetto e “buffone” per farsi accettare. Un Mario Balotelli decisamente diverso da quello di oggi, spesso accusato di essere strafottente. Questo almeno quanto emerge da un’intervista rilasciata dalla sorella dell’attaccante dell’Inter, Cristina: «Mario aveva tanto bisogno d’amore, di affetto – spiega Cristina – Non si addormentava senza che mamma gli tenesse la mano.  La sua storia, dalla nascita all’età di due anni, è dolorosa. È un buco nella sua vita. Cercava in continuazione di avere conferme del nostro amore».

A scuola, racconta ancora la sorella, Mario era l’unico studente di colore: «per farsi accettare, faceva il pagliaccio».

Il quotidiano francese dedica mezza pagina a Balotelli «diventato un fenomeno di società in Italia». Nell’articolo che comincia avvertendo che «giochi o non giochi contro la Juventus, la star della partita sarà  lui».

L’Equipe raccoglie anche la testimonianza di Giovanni Valenti, suo allenatore prima al Mompiano, poi al Lumezzane: «Mario – dice – era una spanna sopra gli altri. Ma si sentivano i genitori dei giocatori della squadra avversaria protestare: “con gli africani non sai veramente quanti anni hanno”,  dicevano, quando Mario è nato a Palermo! Li sentivamo anche dire qualche volta in dialetto bresciano: “è un negher’ (è un negro)».

«Nella primavera 2006 – conclude l’ex allenatore –  per la sua prima partita in serie C1, con il Lumezzane, a 15 anni, è stato bersagliato da cori razzisti a Padova. Ero infuriato. L’Italia ha un problema con l’integrazione dei neri. Tutto sarebbe stato più facile per Mario nel calcio se fosse stato bianco».

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Emiliano Condò