ROMA – Thomas DiBenedetto non è bastato. La Roma, prima sbatte sul muro della Juventus e poi affonda a causa delle amnesie difensive di Cassetti prima e Juan poi. Finisce 2-0 per una Juve operaia e compatta che difende bene e riparte meglio. Segnano prima Krasic di testa e poi Matri in contropiede. Per la Roma, invece, tanti tiri e un incrocio dei pali con Menez. Il quarto posto è un miraggio nonostante le sconfitte delle dirette concorrenti.
La Juventus, invece, nel momento dell’emergenza si riscopre squadra: ordinata, solida e con uno Storari in grado, per una partita, di non far rimpiangere Buffon. Ora i bianconeri sono solo a due punti dai giallorossi. Almeno per l’Europa League ci sono. La Roma, invece, sembra destinata a interrogarsi da subito sul futuro. Stagione da chiudere in fretta, per ricominciare con un ciclo e con tanti giocatori nuovi.
Sul fronte dello scudetto, invece, sabato è arrivato il primo verdetto importante. A Milano la partita vera è durata 47 secondi, quelli passati tra il calcio d’inizio e il primo gol di Pato. Si è scavato subito il solco. Non che l’Inter non ci abbia provato: per un tempo è stata anche in partita, ha creato. Poi quando Eto’o si è divorato un gol che avrebbe segnato anche il buon Raducioiu si è capito che non era giornata. Nel secondo tempo si è consumato l’inevitabile, dal cartellino rosso di Chivu per fallo su Pato al raddoppio, manco a dirlo, del centravanti brasiliano. L’Inter in dieci scompare, rischia l’imbarcata e l’unico a dare un segnale di vita è il “giuda” Leonardo. Il finale è quello dei 10 minuti folli di Cassano: entra, segna su rigore e prende due ammonizioni stupide, soprattutto la prima per essersi tolto la maglia dopo il gol. Nel giorno della grande festa, a Milano, ci sarà certamente qualcuno che glielo farà presente.
A pranzo, invece, si è giocata la partita più divertente della giornata. L’ha spuntata in Napoli che si aggrappa a Cavani per tenere viva una punta di speranza scudetto. El Matador ne fa tre, rimediando a una domenica che si era messa male per i suoi. La Lazio gioca meglio del Napoli, va in vantaggio con Mauri e raddoppia con Dias. Poi si spegne per due minuti la luce biancoceleste e il Napoli rientra, con Dossena prima e il primo sigillo di Cavani subito dopo. Qui il giallo di giornata: Brocchi tira, la palla sbatte sotto la traversa ed entra. Non per arbitro e guardalinee. La Lazio trova comunque la forza di ripassare in vantaggio per un autogol di Aronica. Il resto è Cavani: si procura e segna il rigore del 3-3 e poi con un pallonetto fissa il risultato sul 4-3 finale. Napoli vivo e in corsa, ma la Lazio meritava di più.
Il risultato più sorprendente di giornata, però, arriva nel pomeriggio da Lecce: l’Udinese è ancora in sosta e dopo una serie di partite brillanti si perde sul più bello cedendo 2-0 al via del mare. Segna due gol un ragazzino, Bertolacci: tre centri in serie A in meno di 10 partite. L’Udinese saluta il miraggio scudetto e si prepara allo scontro con una Roma da tenere a distanza di sicurezza. Per il Lecce i tre punti sono vitali anche perché, in fondo, sono tanti a muovere la classifica. A cominciare dal Brescia che, sabato pomeriggio, si era liberato senza affanni per 3-1 di un Bologna già salvo.
L’altra sorpresa della domenica è la vittoria del Bari (la quarta in campionato) 2-1 in casa di un Parma sempre più inguaiato. Il gol decisivo lo fa Alvarez in pieno recupero e il Parma la prende male. Non c’è autocritica ma rabbia contro il Bari (parole grosse e qualche botta nel tunnel che porta negli spogliatoi) “reo” di aver giocato a pallone come doveva invece che offrirsi come agnello sacrificale. No comment. A pagare invece è il tecnico del Parma Pasquale Marino, esonerato a sette giornate dalla fine.
Ma quella di Marino non è l’unica partita che salta, perde il posto dopo neanche un mese anche Serse Cosmi che paga il poker nel derby col Catania con tanto di esclusione iniziale di Pastore. Esonero ancora non ufficiale, con aria di ritorno per Delio Rossi, quello che, qualche settimana fa a detta del presidente Zamparini aveva “distrutto” il Palermo. Il Catania, invece, gioca la partita perfetta e dilaga nel finale. Soprattutto, la classifica dice 35, a 2 o 3 punti da quella che sembra la quota salvezza. Insomma missione quasi compiuta, pressoché totalmente in casa, come al solito.
Missione lungi dall’essere compiuta, invece, per la Sampdoria, che oggi raccatta un punticino nello 0-0 in casa del Chievo. Ai veronesi va benissimo così (quota 36), alla Samp, invece no. Continua a non segnare e la zona retrocessione, adesso, è lontana solo due punti. Anche perché un punto, in extremis, lo fa anche il Cesena, che pareggia 2-2 con la Fiorentina grazie ad un autogol nel finale di Gamberini.