Chijindu Ujah è sotto indagine per una violazione antidoping che potrebbe portare alla cancellazione dell’argento alle Olimpiadi di Tokyo. Il 27enne è il primo staffettista ad aver gareggiato per la Gran Bretagna nella 4×100 vinta dall’Italia di Patta, Jacobs, Desalu e Tortu per un solo centesimo.
Tokyo 2020, il britannico Chijindu Ujah sotto indagine per doping
Ujah è stato controllato dopo la conclusione della 4×100: nel suo campione sono state trovate tracce di ostarina, un anabolizzante che ha effetti simili al testosterone. La violazione è stata riscontrata l’8 agosto, ossia due giorni dopo la gara. Ujah ora può chiedere le controanalisi ma nel frattempo è stato sospeso in via cautelare.
Nel caso Ujah non chiedesse la controanalisi, o nel caso la positività venisse confermata, la Divisione Antidoping del Tribunale dello Sport deve decidere quale sanzione adottare nei confronti di Ujah e della sua squadra. Si potrebbe così arrivare la revoca della medaglia della 4×100 britannica.
Per regolamento infatti, nel caso venisse riscontrato una violazione antidoping in un atleta che fa parte di una staffetta, ad essere sospesa è l’intera squadra.
Se la Gran Brtagna venisse squalificata, argento al Canada e bronzo alla Cina
Il 27enne di origini nigeriane, a Tokyo era in prima frazione contro Patta. La Gran Bretagna ha chiuso seconda alle spalle dell’Italia per un solo centesimo. Se la staffetta britannica venisse squalificata, l’argento andrebbe al Canada arrivato terzo, con il bronzo che andrebbe alla Cina.
La nota della World Athletics
Ad aver commesso delle irregolarità a Tokyo non c’è solo Chijindu Ujah. Sono in tutto quattro gli atleti che hanno commesso infrazioni, fa sapere World Athletics: “In conformità con le regole antidoping del Cio e le regole antidoping dell’atletica mondiale” scrive la World Athletics in una nota”, l’Athletics Integrity Unit (Aiu) ha avviato procedimenti disciplinari per determinare eventuali conseguenze oltre i Giochi di Tokyo 2020 da imporre a quattro atleti che potrebbero aver commesso violazioni delle regole antidoping a seguito di test effettuati dall’Agenzia internazionale di test durante Tokyo 2020″.
“Tre di questi atleti – sottolinea ancora la nota – erano stati sospesi provvisoriamente durante i Giochi”.
Si tratta di “Sadik Mikhou (Bahrein) – 1500m – Presenza / uso di un metodo proibito (trasfusione di sangue); 2. Benik Abramyan (Georgia) – getto del peso – Presenza/uso di una sostanza proibita (DHCMT, Metandienone, Tamoxifene); 3. Mark Otieno Odhiambo (Kenya) – 100m – Presenza/uso di una sostanza proibita (Metasterone).
Inoltre, dopo la conclusione dell’Olimpiade, l’Aiu ha notificato “un ulteriore risultato analitico avverso dai test condotti durante i Giochi”. Ad esser stato trovato positivo è stato uno dei componenti della staffetta 4X100 della Gran Bretagna, Chijindu Ujah (GBR): “presenza/ uso di una sostanza proibita (Ostarine e S-23)”.
Ora si attende “la conclusione del procedimento contro gli atleti di cui sopra, che determinerà se sono state commesse violazioni delle norme antidoping e quali eventuali conseguenze dovrebbero essere imposte in relazione ai Giochi olimpici”.