Vincere per fare un passo importante verso la serie A. Il Torino non vuole fermarsi sul più bello e l’andata della finale playoff con il Brescia di domani sera ĆØ un’occasione da non fallire per salire un altro gradino verso la promozione.
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L’impresa sul Sassuolo ha galvanizzato l’ambiente. Stefano Colantuono lo avverte e, da allenatore esperto e abituato a vigilie di questo tipo, carica la squadra al punto giusto, senza esagerare. “Abbiamo l’obbligo di vincere – esordisce il tecnico granata -. Dovremo giocare alla grande, al massimo delle nostre possibilitĆ , perchĆ© il Brescia resta favorito grazie alla migliore classifica. Dovremo tenere anche presente però che si gioca sui 180 minuti, quindi non finirĆ domani sera. Per questo dovremo essere intelligenti, giudiziosi e attenti”. Colantuono non si fida della squadra di Iachini. “E’ una formazione esperta – dice -, abituata a questo tipo di partite, secondo me ĆØ la migliore squadra del campionato. Sa palleggiare bene e in più può contare su un giocatore come Possanzini che tatticamente può metterci in difficoltĆ . Di certo non sarĆ una squadra scarica: la loro voglia di vincere sarĆ uguale alla nostra”. Dopo le semifinali, però, il Toro appare in condizioni, di forma e psicologiche, migliori. In più ha Rolando Bianchi, l’uomo che con i suoi ventisei gol stagionali sta facendo la differenza. “La certezza non ĆØ solo lui, dicendo cosƬ ci si dimentica del lavoro degli altri – tiene a precisare Colantuono -. Il Toro ha giocatori tosti e gagliardi con la ciliegina Bianchi, un giocatore che ci semplifica il lavoro e che riusciamo a sfruttare nel modo migliore. Però abbiamo pure altri numeri: siamo la seconda difesa del campionato, siamo andati in gol con diciassette giocatori. Non vorrei che passasse inosservato il lavoro degli altri ragazzi”. Come, secondo il tecnico, ĆØ avvenuto dopo la vittoria di Modena. “Il Sassuolo ci ha messo in difficoltĆ , ha fatto una buona partita e l’ho riconosciuto – attacca Colantuono -. Ma noi abbiamo fatto meglio; non ĆØ vero che abbiamo messo soltanto il cuore e non l’organizzazione. Abbiamo creato sei-sette palle gol tra andata e ritorno, domenica abbiamo fatto gol su giocate preparate in allenamento: anche questa ĆØ organizzazione”. E’ l’unico momento della vigilia in cui l’allenatore granata fa trasparire la tensione. “Grazie a questo splendido gruppo Āæ prosegue -, abbiamo rimesso in piedi un campionato che sembrava perduto. E’ stato un campionato lungo e stressante, per noi doppiamente. Ora ci giochiamo la finale, ma non siamo ancora soddisfatti”. Ora bisogna andare in A.
