Contro le biciclette taroccate arriva l’anti-doping tecnologico. Il Tour de France ha messo a punto un sistema di controllo anti-doping anche per le biciclette: alla fine di ogni tappa, le bici saranno passate sotto uno scanner, che funziona come quello degli aeroporti. I ciclisti avranno 30 minuti dall’arrivo per presentarsi al controllo. Lo ha deciso l’Unione ciclistica internazionale (UCI), dopo i recenti sospetti sollevati da alcuni filmati sull’uso di bici elettriche nelle competizioni ciclistiche.
In particolare, a fine maggio, era corsa voce che Fabian Cancellara si fosse fatto aiutare da un motore elettrico per correre la Parigi-Roubaix. Lo svizzero ha sempre negato le accuse, ma evidentemente per l’UCI è meglio far tacere ogni eventuale dubbio. Il dispositivo anti-doping tecnologico funziona così: sin dal prologo di domani e dopo ogni tappa, una giuria di commissari sceglierà un certo numero di corridori, i quali saranno obbligati a far controllare la propria bici.
L’apparecchio di controllo funzionerà come gli scanner degli aeroporti facendo, cioè, una ”radiografia” del mezzo. In caso di anomalie, la bici verrà confiscata e il ciclista espulso dalla corsa. Inoltre, durante la prova, non sarà più possibile per i ciclisti cambiare la bici, ma solo le ruote. Il corridore che userà una bici ”esterna” sarà passibile di espulsione, ha fatto sapere ancora l’UCI. Per il direttore del Tour, Christian Prudhomme, quella dell’organismo internazionale è una ”buona decisione”: ‘I video ci interpellano, ma non possono risolvere tutto. Poiché il sistema esiste – ha detto – bisogna fare di tutto perché venga utilizzato”.