ROMA – Dopo 10 giorni di pioggia, cadute, strappi e grande battaglia, il 101/o Tour de France tira il fiato e con lui tutti i protagonisti. Almeno quelli ancora rimasti in lizza, dopo i ritiri eccellenti di Chris Froome e Alberto Contador. La maglia gialla è sulle spalle di Vincenzo Nibali, che martedì 15 luglio ha incontrato la stampa, ribadendo che “il cammino per Parigi è ancora lungo, pieno di ostacoli, duro”. E annuncia: “Andò a trovare la madre di Marco Pantani”.
All’aperto, nel giardino del Kyriad Hotel, a Besançon, al fianco dei compagni dell’Astana, Fuglsang e Scarponi, il siciliano ha aggiunto di essere “soddisfatto di quanto fatto finora”. A chi gli dice che, dopo le dèbacle dei big, è il favorito numero uno, risponde:
“Mi dispiace per gli avversari che sono caduti, ma questo fa parte del ciclismo. Io, comunque, ero in testa. Con Alberto ho un bel rapporto, mi dispiace davvero”.
Nibali teme tutti:
“Siamo un gruppo molto forte e, da questo momento, dovremo sobbarcarci l’onere di controllare e gestire la corsa, come del resto ci è già capitato. Ci vorrà grande concentrazione e grande attenzione a tutti i corridori”.
Il paragone con Pantani è inevitabile, se non altro perché Nibali rischia seriamente di diventare il suo erede sul gradino più alto del podio, a Parigi.
“E’ presto per dire se potrò diventare il suo erede. Marco è stato un campione, ha vinto il Tour e io posseggo una sua maglia. Me l’ha fatta avere sua madre Tonina: le ho promesso che andrò a trovarla”.
Altro paragone irriverente: quello con Gino Bartali, di cui venerdì si celebra il centenario della nascita.
“Ho sempre ascoltato chi è più vecchio di me, perché mi affascinano le storie dei grandi del ciclismo, come Bartali, Coppi o Merckx. Io non posso essere paragonato a loro perché ho scritto solo qualche piccola pagine di ciclismo”.