Trapattoni: “Negli stadi italiani c’è il tifo più maleducato d’Europa, l’episodio di Eto’o lo conferma”

Giovanni Trapattoni condanna duramente i cori razzisti contro Samuel Eto’o domenica a Cagliari. ”Abbiamo il tifo più maleducato che esiste in Europa – ha detto il ct dell’Irlanda a ‘La Politica nel pallone’ su Radio Rai – All’estero difficilmente si sentono cori oltraggiosi verso i calciatori. Tutti inneggiano alle loro squadre. Dovremmo imparare dal tifo estero”. L’ex storico allenatore bianconero scommette sulla nuova Juventus di Gigi Delneri. ”E’ una squadra che sta trovando fiducia ed entusiasmo, tutti danno il meglio e può essere competitiva al pari dell’Inter – ha affermato – Adesso la Lazio è in testa e auguriamogli pure di rimanere in testa, ma sarà un campionato avvincente”.

Trapattoni esalta Milos Krasic e Felipe Melo, ma soprattutto Alessandro Del Piero e il suo record di gol con la Juve: ”E’ un ragazzo che lo merita, è un grande professionista, è un ragazzo intelligente. Oggi i giocatori possono raggiungere età che al tempo di Boniperti difficilmente si raggiungevano. E’ uno di quei giocatori che rimarrà negli almanacchi come i grandi Piola, Boniperti, Lorenzi, i mitici di un calcio italiano che hanno contraddistinto l’eleganza, la loro sportività anche fuori dal campo”.

La notte degli ultrà serbi a Genova ha fatto temere a qualcuno un nuovo Heysel, una tragedia che Trapattoni ha vissuto sulla panchina della Juventus. ”Poteva succedere qualcosa del genere – dice – Purtroppo è difficile contenere queste situazioni perchè siamo un serpente con la coda in bocca, se interveniamo veniamo criticati aspramente perchè si entra in un clima di guerriglia, se non si entra si viene altrettanto criticati e si subiscono un po’ le conseguenze”.

Infine Pelè, che sabato compirà 70 anni, e quella famosa partita del 1963 in cui il Trap lo annullò: ”Una leggenda che ha portato molta fama a me, in onor del vero in quella circostanza giocò per onor di firma, aveva un ginocchio già gonfio ed era stato ricoverato in una clinica in Svizzera, ne trassi un gran beneficio, fu veramente un grande confronto tra me e lui”.

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Alessandro Avico