Udinese in vetta, Milan frena a Bologna. Napoli pari. Lunedì Juve-Roma

Edinson Cavani (LaPresse)

ROMA –  Manca ancora una partita ma la classifica ha un suo fascino anche così. In testa alla serie A ci sono  i bianconeri “sbagliati”, quell’Udinese che, nonostante abbia venduto quel Sanchez visto sabato sera al “Clasico”, continua a vincere grazie ai gol di Totò di Natale. Una mano ai friulani viene dal calendario (la Juve gioca domani in casa della Roma) e dal Bologna che frena sul 2-2 il Milan di Ibra con tanto di arbitraggio, quello di Rocchi,  stile fischia dove ti porta il caso. Risultato: partita rovinata e tutti scontenti.

Nel posticipo della domenica, intanto, il Napoli fallisce un’occasione per riagganciare il trenino di testa andando a pareggiare 1-1 sul campo del Novara. E, a conti fatti, il pari rischia di andare stretto proprio ai piemontesi che, a cinque dalla fine, stavano vincendo grazie al gol di Radovanovic al 25′ del secondo tempo. A rimettere le cose in pari, per la squadra di Mazzarri, ci pensa nel finale Dzemaili che sfrutta un “liscio” di Hamsik. Alla fine ne esce fuori un punto per uno che serve niente al Napoli e poco per la classifica ma tanto per il morale a un Novara che resta penultimo.

L’Udinese, in una delle poche partite giocate di domenica pomeriggio, batte di misura 2-1 il Chievo. Non fa notizia l’ennesimo gol di Di Natale. La novità casomai è il centro, con tanto di taglio al volto, dell’esterno difensivo Basta. Quanto ai veronesi il gol di Paloschi è arrivato troppo tardi: per portare via punti dal Friuli serve di più.

Frena, invece, il Milan a Bologna. I rossoneri vanno sotto grazie a un gol del ritrovato Di Vaio e pareggiano con Seedorf. Poi sono i rossoblù a reclamare un rigore (netto) per fallo di mano di Seedorf. Rocchi, in giornata da incubo, non concede. Mentre in avvio di ripresa ne dà uno molto generoso (eufemismo) al Milan. Che va avanti con Ibrahimovic fino a che Diamanti, complice Amelia, fissa tutto sul 2-2 definitivo.

Nelle altre due gare del pomeriggio arrivano altrettanti pareggi: l’1-1 tra Atalanta e Catania e lo 0-0 non proprio spettacolare tra Cagliari e Parma. Punti che muovono il ventre della classifica, quel centro in cui, in 4 punti, galleggiano 10 squadre.

Segnali di vita, nella serata di sabato, arrivano dall’Inter. La squadra di Claudio Ranieri, un po’ più compatta del solito, batte 2-0 una Fiorentina incapace di cambiare passo, costruire gioco e reagire. Arriva il gol di Pazzini, non quello di Milito, ma ai nerazzurri può bastare così. Non, invece, a Delio Rossi: Fiorentina timida e schiacciata, che deve aspettare 70 minuti per tirare, senza esito, verso la porta. La bella prova contro la Roma è già un ricordo lontano, il lavoro da fare è moltissimo.

Sempre sabato il Cesena compie una piccola impresa andando a vincere 1-0 sul campo del Palermo. Devis Mangia lo aveva detto: “Sarà la partita più difficile”. Dalle parti di Palermo, però, non lo devono aver preso troppo sul serio. Così, alla fine, i rosanero falliscono una buona occasione per tenere il passo delle prime e il Cesena, dopo un inizio da incubo, comincia a vedere la salvezza come obiettivo possibile. Soprattutto perché Mutu, anche sabato in gol, ha iniziato a diventare un fattore in positivo.

Nel pomeriggio di sabato, due vittorie esterne su due. La prima, quella della Lazio a Lecce per 3-2 era nei pronostici ed è stata, anzi, più faticosa del previsto. Lo stesso Edy Reja alla fine ammette che il “Lecce meritava il pari” anche perché sul rigore del momentaneo 1-0 per il Lecce poteva anche starci il rosso per Marchetti. Che il “merito” consoli il neo arrivato Serse Cosmi è però tutto da dimostrare: il Lecce resta ultimo e otto punti sono davvero troppo pochi.

L’altra vittoria esterna è quella del Genoa sul campo del Siena per 2-0. I toscani sembrano aver perso lo smalto di inizio stagione. Il Genoa, invece, con Palacio in campo è un’altra squadra e si vede. Per l’Europa League, se arriva un minimo di regolarità, c’è anche il Genoa visto che a centro classifica c’è un mucchione indistinto.

Lunedì sera chiude Roma-Juventus. La novità di quest’anno è che per la prima volta dopo Calciopoli sono i bianconeri ad essere favoriti. La Roma, invece, dopo un terzo di campionato rimane completamente un rebus. Certo, se per Luis Enrique dovesse arrivare un altro ko stile Firenze, la permanenza sulla panchina potrebbe non essere più così scontata.

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Emiliano Condò