MILANO – Ultras dell’Atalanta contro Sebastiano Vernazza della Gazzetta dello Sport. E dalla parte della Gazzetta si schiera il sindacato dei giornalisti sportivi. Sabato 27 febbraio, sul magazine della Gazzetta Sportweek, Vernazza in un editoriale aveva criticato alcuni genitori bergamaschi, che il 20 febbraio scorso avevano portato i propri figli alla marcia di solidarietà per Claudio Galimberti detto il Bocia, storico capo ultrà atalantino condannato a 18 mesi di sorveglianza speciale.
Per questo la mattina di domenica 6 una settantina di ultras dell’Atalanta sono andati a contestare Vernazza e la Gazzetta sotto la sede del giornale sportivo a Milano. Gli atalantini hanno acceso fumogeni e hanno esposto uno striscione “Vernazza orfano… di cervello”, chiedendo di poter parlare con Vernazza e con il direttore della Gazzetta per un confronto. Gli uomini della sicurezza della Gazzetta hanno risposto loro che non erano presenti né Vernazza né il direttore. Nello striscione gli ultras dell’Atalanta facevano riferimento all’articolo di Vernazza dal titolo “Se i bambini omaggiano il capo ultrà”:
Sabato 20 febbraio a Bergamo si è tenuta una marcia per esprimere solidarietà al Bocia, all’anagrafe Claudio Galimberti, leader degli ultras dell’Atalanta, condannato al regime di sorveglianza speciale per 18 mesi: in pratica non può uscire la notte dalle 22 alle 6. Mentre scriviamo, non conosciamo l’esito del ricorso inoltrato dall’avvocato del “sorvegliato”. Il Tribunale di Bergamo ritiene il Galimberti un individuo pericoloso: negli ultimi tempi il capopopolo ha minacciato il capo della Digos locale («Ti ammazzo!»), aggredito un giornalista, picchiato un ragazzo che lo aveva redarguito mentre imbrattava un muro, ordinato il pestaggio di uno juventino.
Le più recenti malefatte di un soggetto che da anni ne combina di ogni. Eppure centinaia di bergamaschi – 1.600 secondo gli organizzatori del corteo, 700 per la Questura – hanno sfilato lungo il percorso stabilito. L’errore più grande che si possa commettere è credere che Bergamo stia col Galimberti. Quella di sabato 20 è stata la protesta di una minoranza, gran parte della città non ne può più del Bocia. Non prendiamo posizione contro la sfilata, il diritto alla protesta è sacro, se esercitato nei limiti della legge. Ci preme evidenziare un’altra cosa. L’edizione di Bergamo del Corriere della Sera ha scritto che nelle ultime file camminavano bambini muniti di bandierine e nel leggere queste righe ci sono ritornate in mente le parole di Ezio Vendrame, geniale calciatore degli Anni 70, poeta e scrittore: «Quando allenavo nei settori giovanili, sognavo di avere una squadra di orfani». I genitori nel calcio, che problema.
Questo l’articolo di Vernazza. La contestazione degli ultras dell’Atalanta è stata definita squadrista dal presidente della Federazione Nazionale della Stampa (Fnsi) Giuseppe Giulietti. Con Vernazza si è schierato anche il Gruppo Lombardo Giornalisti Sportivi:
“L’inquietante episodio accaduto ieri davanti alla sede de La Gazzetta dello Sport a Milano, con protagonisti un gruppo di ultras dell’Atalanta i quali hanno esposto striscioni, acceso fumogeni, gettato in strada copie del quotidiano e distribuito un volantino contro il giornalista Sebastiano Vernazza, è di una tale gravità da richiedere un fermo intervento da parte del Gruppo Lombardo Giornalisti Sportivi. L’Ufficio di Presidenza del GLGS-USSI Lombardia esprime la sua totale e affettuosa solidarietà al collega Vernazza e la vicinanza a tutta la redazione della Gazzetta. Nello stesso tempo Il Gruppo Lombardo Giornalisti Sportivi rivolge un pressante appello ai presidenti di Federcalcio e Lega affinché intervengano nei loro ambiti con coraggio e determinazione per salvaguardare il lavoro dei giornalisti sportivi, sempre più spesso oggetto di discriminazioni e intimidazioni”.
Questa invece la lettera aperta degli ultras dell’Atalanta a Sebastiano Vernazza, con citazione finale di Giorgio Gaber. La lettera è firmata Curva Nord Bergamo 1907:
Sabato 27 Febbraio 2016, sulle colonne del settimanale SportWeek allegato alla Gazzetta dello Sport è apparso un articolo a firma del Sig. Sebastiano Vernazza a commento di una manifestazione svoltasi a Bergamo promossa dalla tifoseria organizzata dell’Atalanta.
Il Sig. Vernazza non era presente alla manifestazione e non potendo raccontare i fatti, cosa che per altro ci pare dovrebbe essere alla base dei principi deontologici di chi esercita questa professione, ha dato spazio alla Sua personale visione delle cose.
Nel suo articolo ha posto l’accento sulla presenza alla manifestazione stessa di numerosi bambini ed ha citato, tra le altre cose, la frase di un ex calciatore “quando allenavo le giovanili sognavo una squadra di orfani” aggiungendoci la Sua personale conclusione: i genitori nel calcio che problema.
L’utilizzo della frase come paradosso in realtà cela l’evidente intento da parte del Sig.Vernazza di insinuare nella testa del lettore il concetto seguente: meglio dei bambini orfani piuttosto che con genitori che li accompagnano in manifestazioni stile quella di Bergamo.
L’autore dell’articolo si è avventurato sul terreno della sferaeducativa ed affettiva che sta alla base del rapporto tra genitori e figli. Ci appare grave ed irrispettoso verso chi ha manifestato e verso i lettori della Gazzetta stessa.
Ci permettiamo di far presente al Sig. Vernazza che portare i propri figli a manifestare per un’idea non significa condizionarli ma insegnar loro che per i propri ideali vale sempre la pena battersi, anche se qualcuno li considera, a torto o ragione, ideali di una minoranza. I Suoi attacchi al mondo Ultras sono cosa frequente, non Le piace il tifo organizzato, non Le piacciono gli Ultras ed in particolare non Le piace la nostra realtà : se ne faccia una ragione, c’eravamo, ci siamo e ci saremo sempre.
Una famosa locuzione latina recita: qui gladio ferit gladio perit.
Ed allora ci sia consentito di chiudere, a nostra volta con una citazione.
“ […] giornalisti avete troppa sete e non sapete approfittare delle libertà che avete, avete ancora la libertà di pensare ma quello non lo fate e in cambio pretendete la libertà di scrivere e di fotografare. Immagini geniali e interessanti di presidenti solidali e di mamme piangenti. E in questa Italia piena di sgomento come siete coraggiosi, voi che vi buttate senza tremare un momento […] . Voi vi buttate sul disastro umano col gusto della lacrima in primo piano….” (cit. G.Gaber)