Verratti: “Non l’ho fatto per soldi ma perché sono al centro di un progetto importante”

Marco Verratti (LaPresse)

PARIGI – Marco Verratti un anno fa aveva appena iniziato la stagione di Serie B col Pescara di Zdenek Zeman. Oggi è titolare in Champions League con la maglia del Psg e ha già fatto innamorare i francesi.

Il regista pescarese in estate era stato vicinissimo a vestire la maglia bianconera: “A giugno era quasi fatta. Poi è saltato il prestito di un giocatore al Pescara che chiedeva in compenso una somma che la Juve considerava troppo alta perché venivo dalla serie B. Così si è fatto avanti il Psg che ha proposto qualcosa di buono al Pescara e un progetto interessante per me. Cosa significa? Alla Juve si parlava di futuro. A Parigi di presente“, le parole del numero 24 del Paris Saint-Germain in esclusiva alla Gazzetta dello Sport.

Quando passa il treno giusto, è meglio non perderlo: “Potevo rimanere a Pescara: a 19 anni la Serie A è molto. Magari però tra un anno non si sarebbe ripresentata la stessa occasione. Nel calcio devi sapere cogliere l’attimo. Il Psg è destinato a diventare una delle 5 squadre più forti al mondo e gioca in Champions. Non si rifiuta“.

La verità è che all’estero non hanno paura di investire tanto su giovani emergenti: “Io mi sentivo pronto per giocare. Penso che se una squadra ti prende è perché crede in te fin da subito, senza mandarti in prestito. In Italia per me c’erano Juve o Pescara. Al Psg però mi hanno fatto sentire al centro del progetto”.

Prandelli, intanto, sa bene di poter contare su di lui: “Sento molto la sua fiducia. Non tutti hanno il coraggio di convocare un diciannovenne dalla B. Voglio ripagarlo dando sempre il massimo”. L’approdo in Serie A, però, non è più una priorità: “Per ora non ci penso proprio. Sto bene qui, poi si vedrà”.

A proposito di Insigne. Il Psg si direbbe tentato a ricomporre la coppia: “So che il Psg osserva con attenzione i giovani in Europa. E se prendono Insigne farebbero un grande affare”. 

Differenze tra la scuola Ancelotti e quella di Zeman: “Con Zeman si correva di più senza palla. Con Ancelotti si lavora più con il pallone. In comune però c’è l’idea di imporre il gioco, divertendo. Con Ancelotti penso di essere migliorato sia in fase offensiva sia in quella difensiva, ma a Zeman devo tutto, mi ha fatto crescere sia dentro che fuori dal campo. E pure lui, come Ancelotti, ogni tanto mi strigliava. Lo sento ancora spesso”.

Verratti, infine, parla di Ibrahimovic e Thiago Silva, altri due “emigrati” sotto l’ombra della Tour Eiffel: “Ibra con me è gentilissimo. Mi dà tanti consigli pure fuori dal campo. Thiago? E’ il più forte del mondo nel suo ruolo. Sembra non sudi mai…”

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FIlippo Limoncelli