Autonomia Scala-Santa Cecilia, tutto da rifare. Bray: “Valuteremo soluzioni”

Autonomia Scala-Santa Cecilia, tutto da rifare. Bray: “Valuteremo soluzioni” (Foto LaPresse)

MILANO – L’autonomia della Scala e dell’Accademia di Santa Cecilia è tutta da rifare. Il Consiglio di Stato ha confermato la sentenza con cui il Tar del Lazio aveva annullato il regolamento che ha permesso alle due fondazioni di ottenere questa forma speciale di gestione, rigettando il ricorso presentato dal Ministero dei Beni culturali e dai due enti.

Adesso si stanno valutando le conseguenze di questa decisione. La Scala, ad esempio, in base al regolamento ha stilato un nuovo statuto e rinnovato il consiglio di amministrazione. Un cda che solo tre giorni fa ha designato Alexander Pereira come futuro sovrintendente. Ma per le decisioni prese finora non dovrebbero esserci particolari  problemi, e non solo perché il nuovo sovrintendente entrerà in carica a ottobre 2015, e quindi c’è tempo per sistemare tutto.

Anche Vittorio Angiolini, uno degli avvocati che hanno seguito il ricorso al Tar contro il regolamento presentato da Cgil e Fials non ritiene che ”ci sia un problema di immediata invalidità degli atti presi perché va presunta la buona fede”. Questo vale quindi almeno per tutte le decisioni prese prima della sentenza del Tar dello scorso dicembre.

Restano però aperti i problemi di statuto e cda che, secondo il legale, è’ ”nelle cose riassettare”. Una delle ipotesi che circolano è che venga nominato un commissario che riscriva lo statuto secondo le vecchie norme e che poi si rinnovi il cda. Un’altra è aspettare fino all’autunno,visto che l’attività estiva del cda è ridotta al minimo se non nulla, quando il Ministero dei Beni culturali dovrebbe preparare un nuovo regolamento.

E questo dovrebbe valere anche per l’Accademia di Santa Cecilia. Per ora le istituzioni prendono tempo. Il ministro Massimo Bray in una nota spiega che “sta valutando, nell’interesse delle importanti istituzioni musicali e dei loro lavoratori, le motivazioni che hanno portato alla conferma del giudizio del Tar per poter assumere le decisioni conseguenti”.

Secondo Angiolini, ”non c’è nulla di devastante purché si provveda”. E nel frattempo ”ci dovrebbe essere il consenso dei sindacati su un assetto transitorio”. La Cgil, che insieme alla Fials ha fatto partire il siluro con il ricorso al Tar lamentando fra l’altro il mancato coinvolgimento dei sindacati nella stesura del regolamento, chiede ora al Ministero e alla Scala di aprire un confronto.

Al ministro Massimo Bray domanda di farlo a partire dal 10 giugno, quando i sindacati confederali e la Fials hanno organizzato una manifestazione a Roma. Alla Scala invece i sindacalisti Giancarlo Albori e Graziano Gorla dicono di essere ”disponibili al confronto”: “In caso contrarioè nostro dovere tutelare i diritti dei lavoratori, a partire dal fatto che il regolamento è stato dichiarato nullo con tutte le conseguenze del caso”.

 

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