Shakespeare in the Park. Il Mercante di Venezia, ottima critica del New York Times

Al Pacino ne Il Mercante di Venezia

Il critico teatrale del New York Times, Ben Brantley, pubblica una entusiastica recensione del Mercante di Venezia per le scene del Delacorte Theatre a Central Park. Alla fine della prima metà della ”meravigliosa produzione di Daniel Sullivan”, l’usuraio Shylock si lamenta delle sue recenti perdite. Che includono a) una piccola fortuna in contanti e gioielli, e  b) sua figlia che è scappata con il tesoretto. Come al solito, in preda a rabbia e dolore, Shylock non riesce a a capire cosa l’addolora di più.

Eppure, per una volta, questa scena non riguarda solo il più famoso usuraio nella storia del teatro. Shylock è interpretato da Al Pacino e come spesso accade con le interpretazioni di Pacino, questa è profondamente intelligente e profondamente irritante. Ma va detto ad onore sia dell’attore che del regista che Pacino si adatta qui perfettamene alla visione di Sullivan.

Infatti questo Shylock è furibondo – e i confini tra la vendicativa avarizia e il dolore paterno si confondono e vanno oltre il giorno del giudizio – il suo stato confusionale diventa uno specchio ingigantito intorno a  lui. E mentre le luci si affievoliscono nel limbo di Shylock, vi rendete conto improvvisamente che l’ebreo assetato di vendetta di Shakespeare non è nè la vittima nè il cattivo di questa commedia: lui è soltanto l’anima stessa di questa società ubriacata dal denaro che lui al contempo serve e disprezza.

Che a Shylock e all’attore che lo interpreta non sia permesso di monopolizzare questo ”Mercante” – i cui numerosi pregi includono una fantastica interpretazione di Lily Rabe nel ruolo di Portia e un supporting cast che sono forse i migliori mai riuniti per Shakespeare in the Park – non è un risultato da poco.

Poi c’è la spiacevole faccenda che riguarda Shylock presentato come una caricatura grottesca ed antisemita di cui lo studioso Harold Bloom ha scritto: ”L’olocausto ha fatto e fà ‘Il Mercante di Venezia’ impresentabile”. Quasi ogni presentazione del ”Mercante” negli ultimi 60 anni è stata assillata dal ”problema Shylock”, costringendo la romantica commedia attorno a a lui ad essere considerata secodaria e acida.

Le ringhiose osservazioni di Shylock sul fatto che lui è preso a calci ed a sputi per fare le stesse cose ce fanno i cristiani hanno piena conferma qui. Pacino (che interpretò uno Shylock più naturalista nel film del 2004 di Michael Redford) interpreta i ritmi del discorso di Shylock in uno stanco, monotono stridio, come se quelle cadenze fossero quello che lo mantengono in controllo di se stesso. Proviamo repulsione di Shylock come tutti. Ma quando perde il controllo, e quei ritmi vanno all’aria, fa veramente paura e ci si comincia a domandare cosa l’ha portato a quel punto.

Un’aria di melanconia e di disagio pervade lo spettacolo, a cominciare con la musica tormentata e contemplativa di Dan Moses. Sullivan non lesina la commedia dell’opera, e le scene iniziali dei pretendenti di Portia, pur non sconfinando mai nella satira volgare, sono state raramente così divertenti. Ma mentre ci è permesso di apprezzare le buffonerie dei giovani veneziani, siamo anche un pò ripugnati dalla loro irresponsabilità, e lo diventiamo sempre di più.

La Portia di Lily The Rabe, com’è giusto che sia, è il magnete della commedia, ma non nel solito modo. Questa ottima attrice traccia l’evoluzione di Portia da ragazza ricca ad una donna che vede il mondo troppo chiaramente per sentrvici a suo agio.

Qundo Portia ed i suoi amici tornano a Belmont per l’ultimo atto, il luogo non è più Eden, e non sembra offrire ai vari amanti la promessa di una felice luna di miele. Questa gente no può più nemmeno guardarsi negli occhi. Ed seppure è una splendida notte di luna, è anche un giorno di resa dei conti.

Published by
lgermini