Milano: rovinato dai cantieri dei box, cala il sipario sul teatro Smeraldo

Alla fine è successo quello che molti milanesi si aspettavano: il teatro Smerlaldo chiude. “Questa è l’ultima stagione”, ha annunciato il patron Gianmario Longoni. “Abbiamo perso 100 mila spettatori, oltre tre milioni di euro”.

Tutta colpa dei lavori che hanno messo sottosopra piazza XXV Aprile: “Rovinati dai cantieri dei box”, spiega Longoni. La fine dei lavori era stata fissati e poi più volte rinviata. L’ultima scadenza indica primavera 2011. Dall’estate 2006 si scavano 322 box privati e 346 posti auto a rotazione: dovevano essere consegnati venti mesi fa, ma a tutt’oggi c’è poco più di una vasca.

“Il vero buco, però – dice Longoni – non è più davanti al teatro, ma dentro”. Un buco che si porta via il secondo teatro italiano per dimensioni, uno dei più frequentati – un tempo- dai milanesi.

“Noi non abbiamo finanziamenti pubblici e non riusciamo a trovare una soluzione autonoma per andare avanti”, si sfoga Longoni, artefice della trasformazione in teatro del cinema Smeraldo, trent’anni fa. “Un teatro ecumenico, democratico”, rivendica il patrono palco per Nureyev e i Legnanesi, Jesus Christ Superstar, Astor Piazzolla e Beppe Grillo (a ottobre).

“Il cantiere ha depresso non solo una proposta culturale, ma un vero e proprio atto sociale”, sottolinea Longoni: “Abbiamo dovuto tagliare gli spettacoli, perché gli artisti non vengono più volentieri. Produco opere agli Arcimboldi, ma fatico a lavorare a casa mia. Chiariamo: sto cercando qualsiasi soluzione per trovare denaro, ma non penso di riuscire a farcela. Ma questa situazione è insostenibile anche dal punto di vista morale, ormai: il vero scandalo è che le istituzioni della città non si siano minimamente preoccupate, che non percepiscano questo come un problema della città. Chiude un teatro? Se ne fregano. Non dico a Oslo, ma a Roma sarebbe successo”.

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Maria Elena Perrero