La forza e la resistenza della Bbc non hanno comunque intimidito lo “squalo”, che è tornato alla carica giusto in tempo per il tramonto dell’era-Blair. Murdoch ha appoggiato in tutta la campagna elettorale David Cameron, che oltre a essere conservatore aveva la non secondaria qualità di essere un cavallo dato da tutti per vincente. Ma mister Sky ha fatto di più: è riuscito a piazzare un suo uomo, Andy Coulson (ex direttore del News of the world, accusato di aver fatto intercettare reali inglesi, politici e vip) a capo della comunicazione di David Cameron. Il quale appena eletto ha ringraziato attaccando la Bbc, accusata dal neo premier di essere troppo left-wing, orientata a sinistra, e soprattutto di costare troppo ai cittadini britannici. Il secondo argomento è stato – in termini demagogici – più redditizio.
Cameron ha puntato l’indice sul license fee, il canone: 145,5 sterline l’anno che ogni famiglia britannica versa per un introito totale di 3,6 miliardi di sterline, l’80% delle entrate della Bbc (che però in patria non può trasmettere pubblicità). Il neo premier ha fatto pubblicare gli stipendi dei dirigenti della tv pubblica e si è molto discusso sulle 838.000 sterline l’anno che prendeva il direttore generale Mark Thompson. Una cifra che già quest’anno è stata ridotta a 619.000 £. In generale le spese della Bbc sono state bollate da Cameron come “un incredibile spreco di denaro” e Thompson è stato costretto a varare una dura politica di tagli.
Un piano di austerity che in sei anni (entro il 2017) prevede di ridurre le spese del 16%, 1,3 milioni di sterline. Un piano che preoccupa non poco i 21.300 dipendenti Bbc, molti dei quali dovranno accettare di spostarsi da Londra alla periferia di Manchester. Toccherà tutti, invece, il taglio delle pensioni. Mentre già in 650 perderanno il posto nei prossimi 4 anni, conseguenza della cancellazione di alcuni servizi internazionali del network. Poi toccherà alle redazioni locali.
Ma per il matrimonio reale di William & Kate l’austerità ha dovuto cedere il passo: la Bbc ha schierato 550 dei suoi fra giornalisti e tecnici, noblesse oblige.
L’impressione è che la “zietta” resterà ancora una di famiglia nelle case britanniche, ma anche che il suo quasi coetaneo “squalo” (la Bbc è del 1922, Rupert Murdoch è nato nel 1931) non mollerà la presa fino all’ultimo. Per ora si accontenta di controllare un terzo dei quotidiani in Gran Bretagna ed ha appena incassato dal governo amico di Cameron l’ok a salire al 100% (dal 39%) delle quote azionarie in BSkyB, la regina assoluta della Pay-tv britannica, a patto di scorporare Sky News, canale d’informazione 24 ore su 24, dove la News Corporation di Murdoch resterà ferma al 39%.
La vicenda inglese però deve far riflettere chi vede in Italia Murdoch come partner tattico nella guerra a Berlusconi. Il “caimano” è stato sempre bravissimo a sedurre e comprare i suoi avversari e chi di volta in volta ha intralciato l’espansione del suo impero personale. Ma gli è sempre – per nostra fortuna – mancato il killer istinct, che invece a Murdoch non difetta. Il sistema mediatico italiano deve riuscire a respingere una volta per tutte gli attacchi del “caimano”, ma non per finire nelle fauci dello “squalo”: non ne guadagnerebbe.
