Amadeus difende Checco Zalone dopo le critiche al suo intervento al Festival di Sanremo. Queste le parole del conduttore e direttore artistico durante la conferenza stampa del mattino: “Sanremo permette a tutti di esprimere liberamente il proprio parere. Le critiche sull’intervento di Checco Zalone? Ero a conoscenza di tutto e l’ho condiviso, comprese le virgole”.
Amadeus: “Zalone abbatte l’ipocrisia”
Amadeus spiega: “L’intento di questo suo personaggio è abbattere l’ipocrisia. Se qualcuno interpreta in altro modo, ci sta: è l’orecchio e la sensibilità di ciascuno che trasmettono qualcosa che non è uguale per tutti”.
Nel corso della seconda serata del Festival di Sanremo, Checco Zalone ha portato in scena 3 gag. Quella finita nel mirino è principalmente la prima, una fiaba LGBTQ+ recitata con cadenza calabrese. La storia racconta le vicende di una transgender brasiliana. Non sono mancati i doppi sensi. In molti hanno però criticato il comico pugliese che ci ha abituati a dipingere i vizi e difetti degli italiani.
I primi a protestare sono stati molti cittadini della Calabria che non hanno gradito il riferimento alla loro terra e al loro dialetto. A protestare poi anche molti esponenti del mondo LGBTQ+.
Cirinnà: “Zalone è stato disastroso”
Monica Cirinnà, responsabile nazionale diritti del Pd, all’Adnkronos commenta così la favola trans di Checco Zalone: “Che sul palco dell’Ariston, di fronte a un pubblico televisivo vastissimo, si ponga l’attenzione sulle tante discriminazioni presenti nel nostro Paese è un segno di grande maturità della nostra emittente pubblica. L’omotransfobia è un dramma che attanaglia la vita di tante persone e bene ha fatto Zalone a sceglierlo come tema del suo intervento. Purtroppo, però, il risultato è stato disastroso. E non lo dico io. Lo dicono autorevoli voci della comunità trans che da quel pezzo si sono sentite offese, derise e ridicolizzate”.
Giorgia Meloni e Mario Adinolfi celebrano la performance di Zalone
Giorgia Meloni e Mario Adinolfi hanno invece elogiato la “comicità libera e pungente” di Zalone. Lo stesso che aveva irriso il mondo sovranista con il film Tolo Tolo. Adinolfi, dopo le critiche alle esibizioni di Achille Lauro e dei Maneskin, in un tweet pubblicato il 2 febbraio ha scritto: “Sempre grande Checco Zalone, è l’Alberto Sordi del XXI secolo italiano. La storia del nostro Paese sarà raccontata dai suoi film, dai suoi sketch e anche da questo passaggio a Sanremo nel 2022. Bravo, intelligente, non conformista, coraggioso come un artista deve saper essere”.
E ancora: “Come il disprezzo che circondava in Totò o Alberto Sordi perché facevano commedie e non film ‘socialmente impegnati‘ negli anni in cui socialmente impegnati voleva dire proni ai diktat Pci, così Checco Zalone è circondato dalla disistima di falsi intellos che nessuno ricorderà”.
Giorgia Meloni ha invece eloggiato Zalone oggi, giovedì 3 febbraio: “I fanatici del politicamente corretto come al solito non gradiscono la comicità libera e partono all’attacco di Checco Zalone, con esponenti politici che chiedono le scuse o che venga “corretto il tiro” della sua satira. Che tristezza. Viva Zalone e la comicità libera e pungente”.