
Il reality "La Fattoria"

ROMA – Il Tar del Lazio ha confermato la sanzione da 20mila euro a RTIย per una bestemmia andata in onda in diretta tv durante l’edizione del 2005 del reality “La Fattoria”. Il Tarย ha respinto un ricorso proposto dall’emittente televisiva.
L’Autoritร applicรฒ la sanzione ritenendo che la bestemmia pronunciata, oltre ad essere offensiva della sensibilitร religiosa dei telespettatori, era stata idonea (anche in relazione all’orario di trasmissione) “a suscitare nei minori in ascolto la legittimazione all’uso di un linguaggio blasfemo”; che la stessa bestemmia fosse stata pronunciata nell’ambito di un reality seguito da una larga fascia di pubblico, e senza che l’organizzazione del programma abbia preventivamente adottato ogni cautela per evitare situazioni del genere.
Per il Tar “la pronuncia di una bestemmia risulta, per il suo contenuto, di per sรฉ evidentemente idonea a pregiudicare lo sviluppo morale e psichico dei minori in ragione dell’offesa al sentimento religioso insita in essa. Tale idoneitร , poi, deve essere valutata anche con riferimento al contesto in cui si รจ verificato l’episodio in quanto la pronuncia di una bestemmia veicolata dal mezzo televisivo, caratterizzato di per sรฉ da alta diffusivitร , comporta il concreto rischio di una legittimazione ad usare nel linguaggio comune tali espressioni non commendevoli, rischio nella fattispecie aggravato dal fatto che la frase รจ stata proferita nell’ambito di un reality show ovvero di un programma seguito da una larga fascia di pubblico, anche minore”.
In piรน, “anche l’orario in cui l’episodio si รจ verificato, le 22,40, รจ stato correttamente valorizzato dall’Autoritร ai fini della concreta pericolositร della condotta”. Rispondendo, poi, alla censura che segnalava l’omesso accertamento del fatto che l’infrazione contestata fosse riconducibile “alla condotta cosciente e volontaria e ad un’azione soggettivamente rimproverabile e, comunque, colposa dal momento che nulla avrebbe potuto lasciare supporre la pronuncia della bestemmia”, i giudici hanno ritenuto che “la pronuncia di un’espressione di turpiloquio gratuita ed offensiva del sentimento religioso non ha i caratteri di una ‘sortita’ imprevedibile e ciรฒ anche tenuto conto della natura del programma in cui l’episodio si รจ verificato” e l’episodio “avrebbe dovuto essere oggetto di idonee misure preventive”.
