Felice Maniero contro la fiction su di lui: “Non mi comportavo così”

MILANO – Una fiction che “stravolge la verità” e che, a giudicare dai “promo” televisivi, propone una realtà “lontana anni luce da quella vera della malavita”. A parlare, in un colloquio col Gazzettino, è Felice Maniero, l’ex capo della Mala del Brenta ‘protagonista’ della miniserie tv Sky “Faccia D’Angelo”, interpretato da Elio Germano che invece parla così della sua fiction: ”Non credo in una tv educatrice, credo nell’arte che crea discussione anche su temi scomodi. Lo spettatore deve avere gli strumenti per costruirsi la propria verità, piuttosto che subire quella altrui. Questo non è un biopic su Felice Maniero che per noi è un pretesto per guardare alla patologia di quella nostra epoca storica che nasce negli anni ’70-’80: raggiungere il profitto, essere belli e invidiati da tutti”.

Maniero oggi vive in una località segreta, con una nuova identità e a farsi dipingere così non ci sta. “Non è così che si comporta un malavitoso – spiega – non come si vede nei promo della fiction. Una misera fiction per fare cassetta, che ha stravolto la verità e il senso del libro al quale si è ispirata”. Maniero punta il dito non contro il film in sé ma contro il messaggio che veicola: “Non voglio – dice – che i giovani siano affascinati dalla delinquenza”. “Comandavo più di trecento persone – prosegue – e l’unico che ha veramente guadagnato soldi sono stato io. Tutti gli altri sono in galera, vecchi, distrutti, disperati”.

La saga di Faccia D’Angelo per questo non dovrebbe raccontare per “affascinare i giovani. Questo mi dà fastidio e cioé che passi un messaggio che incoraggia ad imboccare la cattiva strada. La delinquenza è una trappola infernale e lo dico io che apparentemente sono uno di quelli che se l’é cavata”.

“Il mio – aggiunge – è un messaggio duro, di condanna e di avvertimento alle giovani generazioni. Oggi più di ogni altra cosa cancellerei il momento in cui ho voluto diventare un boss. Ragazzi non credete ai miti costruiti dalle cronache nere o celebrati nei vostri quartieri. Lo dico soprattutto ai ragazzi del Sud: finirete per essere burattini nelle mani dei boss, utilizzati solo per i loro tornaconti. E non diventerete mai ricchi. Il 95 per cento dei detenuti in Italia oltre a non potersi acquistare nemmeno un dentifricio, ha gettato mogli e figli nella disperazione più totale”.

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Daniela Lauria