Basta ai film vietati ai minori in tv, anche se l’emittente e a pagamento e se il divieto riguarda gli under 14. Dal 27 gennaio prossimo la stangata contro eros, porno e violenza (ma non solo) sul piccolo schermo si tradurrà in un decreto legislativo che all’articolo 9 vieta «la trasmissione, anche a pagamento, dei film ai quali sia stato negato il nulla osta per la proiezione o la rappresentazione in pubblico o che siano stati vietati ai minori di anni diciotto nonché dei programmi classificali a visione per soli adulti dalle 7 alle 23 su tutte le piattaforme di trasmissione».
E sarà di certo un duro colpo da incassare per le pay-tv, Sky Italia in primis, che offre cinque canali a pagamento con contenuti per adulti finora trasmessi in orario diurno, con un guadagno di 45 milioni di euro. In molti non digeriscono le nuove disposizioni perché la norma proibisce anche film di gran lunga lontani dall’hard, come “La febbre del sabato sera” e alcuni cult del regista spagnolo Pedro Almodovar.
«Il decreto viola la libertà personale», afferma in un’intervista all’agenzia Bloomberg Marco Crispino, amministratore delegato di Conto Tv. L’emittente, spiega Crispino, «sta andando piuttosto bene, ma se fermano le trasmissioni questo ci danneggerà economicamente. Noi abbiamo fatto investimenti, acquistato diritti di diffusione».
«Il punto è che al questione della tutela dei minori non può essere utilizzata solo quando fa comodo. – commenta Giuseppe Giulietti, deputato del Gruppo Misto, che insieme a Paolo Gentiloni (Pd) e a due esponenti dell’Udc e dell’Idv ha tenuto qualche giorno fa una conferenza stampa proprio per contestare punto per punto il decreto Tv e chiedere che della delicata materia venga investito il Parlamento – Se si vogliono tutelare davvero i bambini e i ragazzi bisognerebbe piuttosto vietare gli spot su tutte le trasmissioni a loro dedicate, soprattutto gli spot ‘non dichiarati’. E invece tale divieto viene introdotto solo per i bambini, e non per gli adolescenti, fascia d’età altrettanto delicata. Una norma di questo tipo invece regola solo la distribuzione dei soldi».
