Francesco Moser chi è: età, quando e dove e nato, figlio Ignazio, vita privata, carriera, moglie Carla Metz. L’ex ciclista soprannominato Lo Sceriffo è tra ospite insieme al figlio Ignazio da Serena Bortone a Oggi è un altro giorno, il programma in onda su Rai Uno subito dopo l’intervista a Papa Fracesco di Lorena Bianchetti.
Età, dove e quando è nato: la biografia di Francesco Moser
Francesco Moser è nato a Palù di Giovo (provincia di Trento) il 19 giugno del 1951. Ha 71 anni ed è del segno zodiacale dei Gemelli. Moser è un ex ciclista su strada e pistard. Professionista dal 1973 al 1988 è stato soprannominato Lo Sceriffo. E’ tra i primi ciclisti al mondo come titoli.
Moglie Carla Metz e i figli: la vita privata di Francesco Moser
Francesco Moser, nel 1980 ha sposato Carla Merz e dal loro amore sono nati tre figli: Francesca, Carlo e Ignazio, quest’ultimo diventato famoso per aver partecipato al Grande Fratello e per essere il fidanzato di Cecilia Rodriguez.
Carla e Francesco Moser sono innamorati come il primo giorno. Tempo fa si era parlato di una cresi tra i due. La crisi non c’è stata ed è stata smentita. La coppia tende a raccontare pochissimo della loro vita privata e familiare.
In particolare Carla Merz ha sempre evitato la stampa e le luci dello spettacolo.
Francesco Moser, la carriera
In carriera ha vinto un giro d’Italia e diverse altre gare. Ha vinto un campionato del mondo su strada e uno su pista nell’inseguimento individuale. Ha ottenuto ben 273 le vittorie su strada da professionista. Si tratta del ciclista con il maggior numero di successi ed è il terzo in assoluto a livello mondiale.
Una volta terminata la carriera ciclistica, Moser si è dedicato all’attività agricola e vitivinicola. Nella tenuta di Maso Villa Wart che si trova sulle colline poco a nord di Trento, coltiva insieme ai figli diverse varietà di uve.
L’origine del soprannome Sceriffo
In un‘intervista rilasciata a Caterina Balivo nel febbraio del 2020, l’ex ciclista ha svelato il motivo del suo soprannome ai tempi delle corse su strada: “Perché mi chiamavano sceriffo? Ci vuole qualcuno che tiene le redini del gruppo, i compagni di squadra dovevo farli filare nel verso giusto”. Poi, nella stessa trasmissione una battuta sul record dell’ora tolto a Eddy Merckx a Città del Messico 1984: “Non la prese molto bene”.
L’addio al ciclismo del figlio Ignazio
Sull’addio del figlio Ignazio al mondo del ciclismo, papà Francesco ha spiegato alla Balivo che “non è facile per nessuno correre. Quelli che corrono vogliono vincere, non corrono per arrivare secondi. Mio figlio Ignazio ha iniziato a 7 anni. Queste categorie minori vanno bene, ma a volte possono rappresentare un pericolo, perché si montano la testa e pensano di essere già campioni”.
“Ignazio aveva possibilità di fare il corridore, forse fisicamente è diventato troppo grande. Quando era giovane era più magro, poi ha avuto uno sviluppo e in salita diventa difficile… Poteva essere un corridore per certe piste, ma per il Giro d’Italia non aveva il fisico più adatto”.