ROMA – Ilaria D’Amico, conduttrice sportiva di Sky e in passato anche con La7 con un programma d’approfondimento (Exit – Uscita di sicurezza) è stata intervistata da Elisabetta Ambrosi per Il Fatto Quotidiano. “Berlusconi? Diventerà come Beppe Grillo. Un leader da fuori…” “Renzi? Non è un male, ma un’opportunità, come gli altri giovani del Pd.” “La Rai? Sarà diversa tra vent’anni, ma almeno la rivoluzione è iniziata.”
Ecco l’intervista integrale:
Sport ma non solo. Ilaria D’Amico, volto di Sky in pausa estiva, accetta la chiaccherata a tutto campo fra temi sociali, Miss Italia, femminicidio, razzismo (il caso Kyenge) dentro e fuori dai rettangoli di gioco, la politica che in questi giorni ha tenuto banco con la sentenza Berlusconi in Cassazione. Presto in onda con “Sky Calcio Show”, annuncia che farà anche un nuovo programma dedicato all’attualità, in collaborazione con la redazione giornalistica di Sky.
Partiamo da Berlusconi condannato. È incredibile: a farlo uscire di scena non è stato un giudizio del popolo, non è stato un giudizio morale, ma una sentenza. Per me Berlusconi è un rompicapo assoluto, visto che continua a mostrare forza e a catalizzare l’attenzione, e i voti, degli italiani. Questa sentenza certo non riunifica, non salda quella spaccatura che Berlusconi ha sempre rappresentato.
Il Pdl riuscirà ad andare oltre? Assolutamente no. Il Pdl in quanto tale non può prescindere da Berlusconi. Faccio, anzi, una profezia: diventerà un leader come Grillo, che organizza, ma stando fuori dal partito. De Gregori ha detto che non voterà più una sinistra mezza no tav, mezza slow food. Devo dire che più che Letta – in fondo era davvero l’unico governo possibile, e lui si sta giocando le sue carte – quello che mi infastidisce è tutto quello che c’è dietro. Il solito spirito masochista suicida egoriferito del Partito Democratico, afflitto dalla sindrome di Nimby e dal correntismo divorante. Il Pd è come il finger food, un pezzettino qui, un altro lì: ma per mettere insieme un pranzo soddisfacente con il Pd devi passare un giorno a fare la raccolta di spizzichini.
E Renzi? Non credo che ci sia alternativa a fare spazio a chi ancora deve dimostrare di sbagliare, quando gli altri lo hanno fatto. Renzi non è un male, ma un’opportunità, come gli altri giovani del Pd. Grillo non si presentò alla sua trasmissione. Oggi cosa pensa dei Cinque Stelle? Sono stata contenta di vederli in Parlamento, ma il problema forse è stato proprio nel risultato che non si aspettavano. Magari se avessero preso meno voti si sarebbero vissuti diversamente, e sarebbero stati più una risorsa. Fare le pulci, criticare è fondamentale, ma è inutile che lo neghiamo, non basta a fare una forza di governo.
Sky compie dieci anni… Ha cambiato la percezione del mezzo televisivo. Ha portato un’iniezione di tecnologia – penso solo all’HD – a mio modo di vedere ha dimostrato che si possono raccontare i fatti, anche parlando alla pancia, e alle emozioni delle persone, ma senza merletti e pizzi. Stile anglosassone e calore italiano. Programmi da segnalare? Intreatment. E X Factor è stato qualcosa di completamente diverso.
La Rai di Gubitosi è diversa dal passato? Perchè non attira? Perché ormai una tv generalista non suscita interesse, specie fra i trenta-quarantenni. Però mi sembra che la Rai di Gubitosi, al di là di un certo bacchettonismo di ritorno, per la prima volta pensi con logiche diverse da quella della vecchia politica. Mettiamola così: la Rai sarà diversa tra vent’anni, ma almeno la rivoluzione è iniziata. C’è stato un cambiamento generazionale, ad esempio nei conduttori? Alcuni nuovi programmi ancora non li ho visti – come quello di Porro e di Lia Celi, ma mi è piaciuto Gazebo e non mi è dispiaciuto Parenzo. Vedo una novità anche nella direzione di rete di Andrea Via-nello. La Rai ha eliminato “Miss Italia” dal palinsesto. Molte donne, e femministe, l’hanno presa male. Ci sono programmi ben più scandalosi, Miss Italia era uno spettacolo nazional popolare, poco aggressivo. Quindi il problema non sta nel concorso di bellezza, ma nel fatto che puoi fare carriera solo con quella. Insomma il punto non è Miss Italia ma la cultura che sta alla base di chi fa scelte televisive.
Come giudica il passaggio a La Sette di Cairo? Non credo che un editore intelligente possa smorzare la sua fortissima identità. E soprattutto non credo che si possano oggi fare scelte politiche sulla tv senza ricadute, senza pagarne il dazio, anche in termini economici. Farà un nuovo programma di approfondimento politico? Sì, chi mi conosce sa che senza quest’altra anima non posso vivere. Ma la forma ancora dobbiamo deciderla con Sarah Varetto e dipenderà se andremo verso un periodo di battaglia politica forte o meno. Sky deve stare sulla notizia: bisognerà vedere quali sono le notizie.
Riparte invece subito Sky Calcio Show. Stessa formazione? Sì, non solo perché gli ascolti sono cresciuti del 30 per cento, ma perché la squadra è assolutamente piacevole: il grillo parlante Massimo Mauro, un preciso raccontatore di tattiche come Marchegiani, un editorialista puro come Porrà, infine l’uomo del mercato attaccato all’iPad Gianluca Di Marzio. Antonio Polito-Biscardi in “Maracanà”? Sono curiosa di vedere un nuovo processo del lunedì in versione intellettuale. Previsioni per campionato e mondiale? Vedo un gruppo davvero unito, grazie a Prandelli. Nel campionato tutto può succedere, l’anno del mondiale si gioca diversamente. E finalmente stanno tornando in Italia grandi campioni come Guarin, Tevez, Llorente. Il calcio resta malato di violenza e razzismo, però. Gli arbitri dovrebbero intervenire di più. Sul razzismo invece è un po ’ come il femminicidio: c’è sempre stato, ora se ne parla. Magari non bene, ma per lo meno si è smesso di accettare la versione della donna provocatrice e del marito esasperato. Bisogna cambiare la cultura delle diseguaglianza. Gli insulti a Cécile Kyenge? Credo nello slogan “una risata vi seppellirà”. È stata formidabile quando ha detto che il problema del lancio delle banane non è l’insulto ma lo spreco di cibo. Ha fatto sentire coglioni dei coglioni, scrivilo proprio così.