Ilaria D’Amico: “L’Italia non è un paese per chi ha talento, in Rai ero confinata al satellite”

Ilaria D'Amico

Se non fosse per il tono polemico sembrerebbe un’Ilaria D’Amico stanca e rassegnata. Stufa della politica: un teatrino. Del calcio: la nazionale rifiuta i geni. Della tv: in Rai era sul satellite e solo ora la pagherebbero molto più che a Sky. La famiglia, quella sì che ora le dà la massima soddisfazione, dopo anni di devozione al lavoro. Con il compagno Rocco ha da poco avuto un bambino, Pietro.

Intervistata dal Corriere della Sera la giornalista sportiva commenta tutto senza freni: la storia della “dama bianca” di Berlusconi? “Forse erano malate tutte le segretarie della presidenza del Consiglio per un’epidemia di febbre gialla, e così Berlusconi è stato costretto a farsene prestare una dalla regione Lazio. Oppure ci ha voluto solo far sapere che, finché sarà il presidente del Consiglio e avrà questo consenso popolare, il governo è lui, gli aerei di Stato sono suoi e quindi fa come gli pare. Ritiene suo diritto comportarsi come se fosse a Villa Certosa. È la Casa delle libertà? Bene, lui se le prende tutte”.

Inutile sperare nella prossima generazione, l’Italia, si sa, non è un Paese per giovani: “Gli ultimi che hanno avuto il privilegio di essere giovani sono quelli che hanno fatto il ’68. Al tempo, per loro ritenevano lecito tutto, adesso comprimono libertà e sogni di chi ha vent’anni. Oggi i sessantottini comandano, e hanno un’idea distorta dell’età. Pochi mesi fa sono stata definita ‘una giovane rivelazione’, anche se lavoro da più di dieci anni”.

Talento bistrattato e poco riconosciuto quello dei giovani, parla per esperienza: solo su Sky dice di “essere riuscita a costruire quello che desideravo. In Rai era impossibile. Quando lavoravo per viale Mazzini ero confinata sul satellite. Ovviamente, dopo mi hanno cercato ed erano pronti a pagarmi mille volte più di prima”.

Stessa situazione anche per la nazionale di calcio: “Il talento viene azzerato. Si preferisce la mediocrità obbediente, quella capace di un compitino senza fantasia. Il genio spaventa”.

Per non parlare della politica: “La gente non vota il migliore, ma quello che gli condona la veranda abusiva. Così si genera un rapporto di complicità che ha i suoi effetti”. Un esempio? “Il figlio di Bossi, dopo aver ripetuto più volte la maturità, entra nel consiglio di vigilanza dell’Expo 2015 di Milano, e non succede nulla. Il figlio di Sarkozy, laureato, entra nel consiglio di amministrazione che gestisce La Défense, un centro direzionale parigino, ed è costretto dalle polemiche a rassegnare subito le dimissioni”.

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Elisa D'Alto